Su El Paìs: “Studio, prendo appunti, adoro questo gioco. Ancelotti? Mi sorprende l’ambizione dopo tutto quello che ha vinto”
Dice Carlo Ancelotti che Carlos Henrique Casemiro farà l’allenatore. A Parigi li aspetta il Liverpool di Jürgen Klopp, la finale di Champions. Il Paìs lo intervista perché dice poche banalità. Soprattutto: è uno che studia, già da giocatore. “Prende appunti”.
“Certo che prendo appunti. Sto studiando il calcio e lo adoro. È più nella testa, nel capire e pensare al gioco, ma devi prendere appunti. Chi gioca nel mio ruolo si sacrifica, non ha un ruolo da protagonista. Quello che le persone vogliono è il gol, gli assist e la giocata fine. E il perno, soprattutto a Madrid, è sacrificio, aiutare i compagni, rubare palloni, coprire le lacune… A volte la gente non lo vede”.
Una vita da mediano, tipo.
“Il centrocampista difensivo deve essere generoso nello spegnere gli incendi. E molte volte le persone non lo vedono. Non rubi una palla, ma copri un buco. Quando parli di calcio, parli di sforzi collettivi. La gente vede sempre gol e assist, e crede che il calcio sia questo. E no, è molto di più. È coprire i vuoti, aiutare i compagni, parlare con loro, spegnere incendi da tutte le parti. Perché le persone vedono i gol, ma non è così. Il grande esempio è Karim. Segna tanti gol e si parla di lui e del Pallone d’Oro, ma per me non è cambiato nulla. E’ il migliore nove da anni”.
“Prima si viveva da dieci, ma il calcio moderno è cambiato. Ora il mediano deve rubare e far giocare la squadra. Ogni calciatore deve mostrare tante cose. L’attaccante, anche il difensore e il centrale, hanno qualità”.
Carlo Ancelotti?
“Lui è un uomo di calcio. Quello che mi ha sorpreso di più è la sua voglia di vincere dopo tutto quello che ha ottenuto. L’ambizione”.