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L’apparenza inganna, i dati dicono che il Napoli ha corso e sprintato più della Roma

La squadra di Spalletti è risultata superiore in tutte le voci tranne una. I numeri smentiscono il calo fisico, persino nella ripresa. Mario Rui il più performante ad alta velocità

L’apparenza inganna, i dati dicono che il Napoli ha corso e sprintato più della Roma
Napoli 18/04/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Roma / foto Image Sport nella foto: Kalidou Koulibaly-Bryan Cristante

L’apparenza inganna. Francamente anche a noi del Napolista nel secondo tempo di Napoli-Roma la squadra di Spalletti era parsa sulle gambe, incapace di ripartire. Ha finito col subire un gol che fa a cazzotti con l’idea del tecnico di coprirsi. A fine partita il tecnico di Certaldo respinse l’ipotesi che il Napoli non ne avesse più dal punto di vista atletico. Sottolineò invece l’incapacità di tenere palla e non nascose la propria critica nei confronti dei giocatori che subentrarono. In tutta onestà, non ci convinse.

I numeri, però, non mentono. E i numeri testimoniano che il Napoli ha corso più della Roma. E lo ha fatto non soltanto nella media di chilometri percorsi – dato che non è di fondamentale importanza – ma anche negli scatti ad alta velocità (superiori ai venti chilometro orari). Non solo ma il Napoli ha corso di più anche nel secondo tempo. Soltanto nelle accelerazioni brevi (superiori ai tre metri al secondo), le performance della Roma di Mourinho sono state lievemente migliori. Il quadro complessivo non è quello di una squadra boccheggiante che è entrata in riserva di energia.

Se analizziamo solo il secondo tempo – quello in cui il Napoli è apparso in evidente difficoltà – gli azzurri hanno corso in media 5,7 chilometri mentre i giallorossi si sono fermati a 5,5. Per quel che riguarda gli sprint superiori ai 20 Km/h, il Napoli in media ne ha totalizzati 35, la Roma 32. Con Mario Rui calciatore più performante in questa categoria: 45 scatti ad alta velocità, nessuno come lui né nel Napoli né nella Roma. Il secondo è stato Pellegrini con 38. E stiamo parlando solo del secondo tempo. Tanto per dirne una, la squadra di Spalletti ha fatto più allunghi ad alta intensità nella ripresa (35) che nel primo tempo (33). Ancora, il Napoli ha percorso più metri della Roma sia a una velocità superiore ai 25 chilometri orari sia ai 16.

Qualche indicatore di una lieve flessione c’è. Ma non è così fondamentale e il calo può essere definito fisiologico. Nella ripresa la media della velocità massima del Napoli è stata di 30,9 mentre nei primi 45 minuti è stata di 32,2. Mentre quella della Roma, invece, è cresciuta da 30,4 a 31,3.

L’unico dato complessivo in cui il Napoli è risultato lievemente inferiore ai giallorossi riguarda le accelerazioni superiori ai 3 metri al secondo, quelle ad altissima intensità. In media la squadra di Mourinho ne ha totalizzate quattro in più: 87 a 83, non un numero significativo. Il primato spetta a Ibanez, il secondo è stato Osimhen.

Chi conosce e mastica questi dati, e li guarda come un medico di lungo corso può guardare analisi o radiografie, assicura che dalla loro lettura non si evince alcun quadro clinico preoccupante né tantomeno un calo della ripresa che possa essere evidente e preoccupante. Il Napoli, come detto, ha prodotto più accelerazioni nel secondo tempo che nel primo. La percezione dagli spalti è stata completamente diversa. La benzina nelle gambe invece c’è. Resta a questo punto da capire che cosa abbia provocato l’appannamento che ha offerto l’immagine – peraltro non smentita da Spalletti – del Napoli messo sotto dagli avversari.

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