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Emery: «Senza mentalità non c’è metodo che tenga, soprattutto nei momenti difficili»

A La repubblica: «Guardiola-Simeone? E’ un dibattito che né seguo né comprendo. Mi importa fare in modo che la mia squadra possa trasmettere qualcosa alla gente»

Emery: «Senza mentalità non c’è metodo che tenga, soprattutto nei momenti difficili»
Belfast (Irlanda del Nord) 11/08/2021 - Supercoppa Europea / Chelsea-Villareal / foto Uefa/Image Sport nella foto: Unai Emery

La Repubblica intervista Unai Emery, allenatore del Villarreal che domani sfiderà il Liverpool per andare in finale di Champions League.

«Più vai avanti e più la montagna da scalare è alta. Tuttavia, se siamo arrivati sin qui è perché lo abbiamo meritato e perché, come abbiamo dimostrato contro Juve e Bayern, possiamo superare le favorite».

Ha debuttato in panchina a Lorca, ha firato tutta Europa prima di arrivare al Villarreal: Valencia, Mosca, Siviglia,
Parigi e Londra.

«Senza ombra di dubbio ho ricevuto più di quello che ho dato. È un privilegio allenare grandi club e i loro grandi calciatori. Dalla mia, ci ho messo tutta la mia dedizione».

Gli chiedono quale strategia metterà in campo per provare a battere il Liverpool.

«Inizialmente abbiamo riflettuto sul fatto che si tratta di una sfida su 180 minuti o anche di più se finiremo ai supplementari. Subito dopo, invece, ci siamo concentrati sui nostri obiettivi in vista del primo atto. Il fatto che il gol in trasferta non sia più importante come prima ci spinge a credere che l’idea giusta sia quella di andare a Anfield e giocare per vincere e per impedire al Liverpool di mettere in mostra la sua miglior versione, tanto a livello individuale che collettivo».

Per battere i reds sarà più importante la mentalità o il metodo?

«Entrambe le cose. Senza metodo non troverai mai la mentalità per poter metterlo in pratica e senza mentalità puoi anche avere un metodo che, però, in un momento di difficoltà qualsiasi potrebbe crollare. E momenti difficili ce ne saranno, glielo assicuro».

Non ha mai allenato in Italia.

«Per quanto riguarda il futuro, lo que será, será, sono aperto a qualsiasi ipotesi perché il fútbol continua a farmi sentire vivo».

Sul dibattito ‘Guardiolismo vs Cholismo’:

«Sinceramente è un dibattito che né seguo né comprendo. Quello che mi importa è fare in modo che la mia squadra possa essere in grado di trasmettere qualcosa alla gente. Il mio è fútbol e basta, o meglio puro fútbol. È questa l’unica etichetta che riconosco».

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