ilNapolista

De Laurentiis: «Il tifoso napoletano ha sempre ragione, anche quando ha torto»

A Dazn: «Qui a Castel Volturno si respira l’aria del mare, siamo così lontano dalle città che non si respira aria inquinata. Bari ha un popolo straordinario»

De Laurentiis: «Il tifoso napoletano ha sempre ragione, anche quando ha torto»
Db Dimaro (Tn) 24/07/2019 - amichevole / Napoli-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

«Veda, qui si respira l’aria del mare che ha una sua tonicità. Poi a Castel Volturno siamo così lontano dalle città che non si respira aria inquinata. Ho fatto trivellare i terreni fino a venti metri di profondità per vedere se ci fosse qualche cosa»

Inizia così la video intervista rilasciata da De Laurentiis a Dazn. Gliela fa Marco Cattaneo, che viene accolto con questa parole a Castel Volturno. De Laurentiis a tutta birra, dal momento del Napoli passando per il suo rapporto col tifo, dal mancato arrivo di Ibrahimovic alla piazza di Bari.

Il momento del Napoli.

«Noi siamo partiti con undici risultati positivi. Dieci vittorie e un pareggio. Forse ci siamo un pochettino basati su questa partenza da Ferrari, che poi proprio a Imola è caduta. Purtroppo succede e cominciano le varie avventure: dal Covid alla Coppa d’Africa, abbiamo avuto tutta una serie di limitazioni che non rendono facile il lavoro. E poi non giochi da solo: ci sono una decina di squadre che rispetto a cinque o sei anni fa si sono rafforzate. Sono qui perché ho voluto vedere come lavorano, se si impegnano, se c’è qualcuno che fa il lavativo. Ho trovato ragazzi impegnati, che facevano palestra, torello, partitina»

Si parla spesso di «forza mentale» della squadra

«La forza mentale? Tutte cazzate. Il fatto psicologico è importante ma abbiamo 25-30 calciatori di primissimo livello, non credo che ci sia una mosca Tzè Tzè che li pizzica e gli crea un problema mentale. È assurdità. Ho costruito la mia cultura calcistica come se avessi fatto un super allenamento universitario, facendo esperienza con tanti allenatori diversi»

Spalletti resterà?

«Spalletti ha un contratto per due anni più un’opzione a mio favore per un terzo anno che non mi voleva firmare. Disse “Preside’, facciamo due anni e poi si vede”, gli ho risposto “Senti, non mi rompere le scatole! A casa mia si fa così. Poi se a un certo punto non ti va più di stare a Napoli perché stai lontano da moglie e figlia, perché non condividi certi modi di esistere qui a Napoli, perché non condividi le scelte della proprietà, allora vieni da me, da uomini, insieme facciamo un secolo e mezzo, mi fai la mano e non succede nulla. Ho scelto sempre in prima persona gli allenatori, sempre. Spalletti nel mese di gennaio dell’anno scorso. Lo andai a trovare il venti di gennaio al suo bosco verticale a Milano, tutto di nascosto»

Ancelotti.

«Ancelotti è  un fuoriclasse, non so per quale motivo ha avuto il torto di non essere simpatico ai napoletani. I napoletani son difficili. Se un allenatore prende la squadra per mano e va sotto la Curva B e la Curva A, che hanno due cuori e culture diverse tra di loro, ma sono le due curve sempre presenti allo stadio, che io ringrazio, e alza le braccia verso di loro inchinandosi insieme ai vari calciatori è chiaro che poi dopo tutti dicono che è un allenatore straordinario. Se uno questo non lo fa perché non è abituato a farlo e non fa parte del suo carattere e della sua educazione è chiaro che non avendo questa furbizia risulta meno allineato o allineabile. Non è stato percepito come uno dei nostri»

I tifosi.

«Il tifoso napoletano va rispettato, ha sempre ragione anche quando ha torto. Vuole vincere ed è giusto che sia così. Uno che tutta la settimana viene vessato da moglie, figli, amanti, padri, capoufficio quando va allo stadio (o in uno stadio virtuale davanti a un bel bicchiere di vino e un pezzo di casatiello con gli amici) trova finalmente il suo sfogo: vuole divertirsi, sono tutti pares inter pares, non c’è più una condizione sociale che li differenzia, si è tutti insieme per una causa comune»

Il futuro.

«Sono per i giovani. Fa parte di un’antica e superata mentalità pensare che un giovane deve farsi le ossa in Serie C, o in Serie B. Ma cavolo, o lo vendiamo o lo facciamo giocare con noi! Se uno è un 99′ o un 00′ che devo aspettare che fa ventotto anni per farlo giocare? Mi devi dire altro: se è idoneo, se è capace di fare il gioco di Spalletti o dell’allenatore o no»

Coi giovani si può vincere lo scudetto?

«Mi accusano di non voler vincere lo scudetto. Non è vero. Voglio vincere. ma i miei capelli bianchi mi dicono che alla lotteria in cui partecipano in tanti è difficile vincere lo scudetto. Quest’anno l’avremmo potuto vincere. Quando ab biamo iniziato ho detto che la priorità assoluta era il campionato. Rientrare in Champions»

Ibra poi è andato al Milan.

«Mi diverto a parlare con Maldini, persona educatissima. Squisita, di gran livello e di grande competenza. Rara nel mondo nel calcio. Avevo firmato con Ibra, facemmo l’accordo. Dopo due settimane ci fu l’esonero di Ancelotti e arrivò Gattuso che – forse preoccupato che il suo lavoro potesse essere condizionato dalla presenza di Ibra – mi disse “Presidente, la prego, lei ha scelto me, si fidi di me, non abbiamo bisogno di Ibra”. Chiamai il buon Mino Raiola, imbarazzato, e gli dissi che l’accordo che avevamo fatto doveva saltare. Disse: “non preoccuparti, lo porto al Milan”»

Se è prevista la cessione di qualche big.

«Vediamo. A parlare son tutti buoni poi per citare il Viperetta “mettere denaro, vedere cammello”. Il Napoli sta su altri livelli. Spendeva il doppio dell’Atalanta già sei anni fa. Il Milan potrebbe essere un giusto riferimento. Che non è il monte ingaggi ma la qualità dei calciatori, in relazione alla loro età. Mi sono sentito dire “che prendi uno che viene da questa squadra?” ma valuto le qualità umane, culturali, tecniche di uno che fa questo mestiere.

Kvaratskheila.

«Complicato da pronunciare, speriamo anche da marcare»

Bari.

«Bari ha un popolo straordinario, non se ne interessa Aurelio ma il signor Luigi De Laurentiis che ha fatto un ottimo lavoro. C’è un regolamento che ha fatto la Federcalcio sul quale io non sono assolutamente d’accordo. La Uefa permette a un figlio o un padre di avere due club che partecipano alle coppe europee. Se continuerà ad esistere questa autoritaria decisione di Gravina, fatta a testa sua, e perderemo i ricorsi in atto, ce ne faremo una ragione e una volta portato in A, perché è l’ottava squadra italiana per presenze allo stadio ed ha oltre un milione di tifosi, sarà venduto.

ilnapolista © riproduzione riservata