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Bottas: «Il servizio militare mi ha reso più forte, mi ha insegnato a pensare nello spirito di squadra»

Alla Gazzetta: «Hamilton ha l’abilità di adattarsi e di dare il meglio in ogni condizione e con qualsiasi auto. Toto Wolff mi ha regalato la W08 del 2017»

Bottas: «Il servizio militare mi ha reso più forte, mi ha insegnato a pensare nello spirito di squadra»

La Gazzetta dello Sport intervista Valtteri Bottas. Nato in Finlandia, è pilota Alfa Romeo da inizio stagione. Ha debuttato in Formula 1 nel 2013 con Williams, quindi Mercedes dal 2017 al 2021. Ha vinto 10 gare con 57 podi (di
cui 6 con Williams). Parla della sua nuova esperienza con l’Alfa Romeo. Ha già 12 punti, uno solo in meno di quanti l’Alfa Romeo ne aveva messi insieme nell’intero 2021.

«Mi sta piacendo molto. È proprio una soddisfazione cominciare la stagione così, con una macchina che ha già fatto vedere un bel potenziale. Si sta concretizzando il miglior scenario che potessi immaginare. Fare punti subito motiva tutta la squadra, sta creando una atmosfera positiva e ispira molto anche me».

Ricorda le stagioni in Mercedes:

«Rimpianti no. Ho imparato molto, ho vinto un po’ di gare, ho fatto un po’ di pole, ho vinto il titolo Costruttori in tutti e cinque gli anni. Soprattutto ho fatto del mio meglio: evidentemente conquistare il titolo non era cosa… Ma non era nemmeno semplice, di fianco a Lewis. Nei primi anni mi sono anche messo addosso più pressione del dovuto. Però senza tutto quello non sarei il pilota che sono ora. E tutta quell’esperienza ora tornerà utile all’Alfa».

Che cos’ha Hamilton più degli altri?

«L’abilità di adattarsi e di dare il meglio in ogni condizione e con qualsiasi auto. Il suo mestiere in gara è eccezionale. Nei miei giorni migliori riuscivo anche a batterlo, ma se fai la media il suo livello è troppo alto».

Racconta che Toto Wolff gli ha fatto un regalo quando si sono separati:

«Sì, una macchina, la W08 del 2017 con cui ho vinto la mia prima gara».

La Finlandia ha 1.340 km di confine con la Russia. Preoccupato per la guerra?

«Molti in Finlandia lo sono, ed è normale, viste le cose pazzesche che stanno succedendo. Tengo le dita incrociate, perché vada tutto per il meglio».

Ha fatto il servizio militare, è caporale.

«Sì, per sei mesi, tra il 2008 e il 2009. Mi ha reso più forte, mi ha trasformato da ragazzo in uomo. E mi ha insegnato a pensare nello spirito di squadra. In Finlandia è obbligatorio, ma capiamo anche che è importante farlo».

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