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Amanda Lear: «quelli che mi accusavano di essere un uomo sono come i terrapiattisti»

Intervista a La Stampa per un documentario sulla sua vita: «sono stata la prima vittima delle fake news e dei complottisti. Tutte le palle che si raccontano da Barbara d’Urso»

Amanda Lear: «quelli che mi accusavano di essere un uomo sono come i terrapiattisti»
archivio Image / Spettacolo / Amanda Lear / foto Insidefoto/Image

La Stampa intervista Amanda Lear che ha 82 anni e ultimamente ha subito un’operazione al cuore. Su un canale franco-tedesco (Arte) hanno mostrato il documentario «Queen Lear: le vite di Amanda Lear» che presto andrà anche su Rai 2. Anche Brigitte Macron è una sua fan. Ricorda, nell’intervista, come nacque la sua carriera, quando la direttrice di un’agenzia di modelle le propose di lavorare per lei.

«Accettai e diventai una mannequin famosa. Nel documentario si vedono le mie sfilate, una davanti a Elisabeth Taylor. Così forse in Italia la smetteranno di dire che tutto questo non è vero o che ho inventato le mie relazioni con Salvador Dalì o David Bowie: tutte le palle che si raccontano da Barbara d’Urso. Lì ci sono i filmati dell’epoca. Ho autorizzato il progetto anche per mostrare ai francesi quello che ho fatto in Italia, in particolare un programma all’avanguardia come “Stryx”, sulla Rai, nel 1978. Io, Grace Jones e Patty Pravo eravamo le streghe sexy».

A proposito di quando posò nuda per Playboy, il giornalista le chiede:

vedendo quelle immagini, come si poteva in quegli anni sospettare che lei fosse un uomo?

«È la stessa ragione per cui qualcuno continua a dire che la Terra è piatta. Io sono stata la prima vittima delle fake news e dei complottisti. Dicevano che quelle foto erano ritoccate. La gente sparlava di me pensando forse di distruggermi. E invece hanno contribuito alla mia fama. Ecco, do questo consiglio alle vittime delle fake news di oggi sui social: utilizzatele a vostro vantaggio».

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