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Allegri: «Noi pensiamo a partire dal basso, Guardiola ha comprato un portiere che lancia a 80 metri»

A GQ: “Avevo già firmato con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il Presidente e gli ho detto che avevo scelto la Juve. Mi ha ringraziato”

Allegri: «Noi pensiamo a partire dal basso, Guardiola ha comprato un portiere che lancia a 80 metri»
Mg Bergamo 13/02/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri

Una confessione, quasi un’amissione di colpa, ma senza rammarico: “Avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il Presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato”. Max Allegri ha avuto la possibilità di provarsi nella Liga, alla guida della squadra più forte di Spagna e ha detto no, perché alla Juve non si dice mai di no. Espone il suo “limite”, la sua debolezza in un’intervista a Gq, nella quale rassicura tutti:  “Da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto nessun dubbio”.

“Tornando – dice – ho trovato un gruppo di ragazzi disponibilissimi oltre che tecnicamente bravi. Si sono messi subito a disposizione, con molta voglia di lavorare che è un elemento che ti trasmette questo club. Io credo che la Juve stia ritrovando il senso d’appartenenza, che è molto importante in prima squadra ma anche nel settore giovanile”.

In un momento in cui la critica italiana si riempie la bocca di “giovani” va messo agli atti che Allegri sono anni che combatte questa battaglia:

“Al di là di alcune cose che sono cambiate e di cui va preso atto la struttura fisica dei ragazzi, e la globalizzazione del calcio, due fattori che pesano, io credo che il problema principale del nostro calcio è che si usano i giocatori come cavie degli allenatori, sia nelle prime squadre che nei settori giovanili. Ma il calcio è un’arte, madre natura ha il suo peso. Tutti possono migliorare, certo, ma se uno è scarso può diventare meno scarso, non diventerà mai uno bravo. E uno che è bravo può diventare più bravo. Va ovviamente data un’organizzazione, va data un’idea di gioco, poi però il calcio di fatto ha una componente psicologica e umana da cui non si può prescindere: ci sono giocatori che un anno fanno bene e un altro fanno male, perché? Perché sono esseri umani; i giocatori non sono tutti uguali e non si può pensare che le cose che facciamo un anno andranno bene per tutti gli altri anni. Ai ragazzi va insegnato il gioco del calcio, perché uno che ha conoscenza del calcio poi gioca ovunque”.

Allegri torna anche su un altro suo cavallo di battaglia, visto che la domanda su “risultatisti” contro “giochisti” non manca mai:

Guardiola, che è un allenatore straordinario, cosa ha fatto? Tutti pensano a partire dal basso, lui ha comprato un portiere che lancia la palla a ottanta metri. Questo per dire che spesso la gente si fa abbindolare da cose che non esistono: alla fine c’è da vincere la partita. E tutte le partite non sono uguali, senza contare che all’interno della partita ce ne sono tante diverse”.

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