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“La notte più lunga dell’anno”, quattro storie che ruotano intorno ad un’area di servizio

In quell’area di servizio si vede passare la vita. L’ultima pellicola di Simone Aleandri, che ne firma la sceneggiatura con Cristina Borsatti

“La notte più lunga dell’anno”, quattro storie che ruotano intorno ad un’area di servizio
“La notte più lunga dell’anno” del regista Simone Aleandri è un film diverso da quelli che passano nelle nostre sale cinematografiche. La ragione principale è che il soggetto dell’opera è del romanziere Andrea Di Consoli – che firma con il regista e Cristina Borsatti anche la sceneggiatura – che trasfonde il suo mondo giovanile – quello di “Discoteca” e di altri suoi testi – nella narrazione per immagini.
Potenza, è la notte tra il 21 e il 22 dicembre di un tempo odierno e prepandemico ed il benzinaio notturno Sergio (Mimmo Mignemi) dà da mangiare al cane Nerone e da quest’ombelico narrativo si svilupperanno le 4 storie che ruotano intorno all’area di servizio. Quella di Luce (Ambra Angiolini) cubista stanca della sua vita ritmica senza senso, figlia del quasi pensionato (Alessandro Haber), che ha come unica occupazione pescare trote nel fiume Basento. L’altra di Pepè (Nicolò Galasso), Damiano (Francesco Di Napoli) ed Enzo (Michele Eburnea) ragazzi in cerca del nulla tra discoteche e svincoli autostradali.
L’epopea politica alla fine di Francesco (Massimo Popolizio) uno dei nuovi barbari della politica regionale figli della comunicazione ciarliera di potere che sta per essere arrestato. Ed infine la storia di Johnny (Luigi Fedele) il brillante studente di famiglia proletaria che ha una liaison con la prof milf Isabella (Anna Ammirati) e che pretenderebbe lasciasse per lui il marito anaffettivo (Antonio Petrocelli).
Quattro storie che non si toccano se non per quel interstizio narrativo rappresentato dall’area di servizio, dove si vede passare la vita. Intorno altre figure minori che invece rappresentano le frattaglie dell’umanità che resiste. “Nessuno è innocente”, come dice il notabile politico il “Presidente (Massimo De Francovich), l’ex ministro Colombo?)”? Oppure ci troviamo di fronte a personaggi che non vogliono assurgere a persone per mancanza di coraggio ed umanità – come sottolinea il benzinaio-nocchiero di anime Sergio?
Quel che resta del film invero – con musiche azzeccate di Riccardo Cimino; su tutte le canzoni dei Renanera “Ballatarantella”) – è la incessante domanda di senso aiutata dalla presenza di bella scrittura che dà sostanza e gusto alle immagini di una lunga notte senza luna alla ricerca della luce.
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