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Crosetti: Morandi creatura mitologica non databile. Vorremmo tutti arrivare a 77 anni come lui

Su Repubblica. “Antico e moderno si rivelano, con lui, categorie vetuste, gabbie assurde con sbarre di marzapane che infatti Gianni divora allegramente” 

Crosetti: Morandi creatura mitologica non databile. Vorremmo tutti arrivare a 77 anni come lui

Vorremmo tutti invecchiare come Gianni Morandi. Lo scrive, su Repubblica, Maurizio Crosetti, definendo il cantautore, classificatosi terzo al Festival di Sanremo con la sua “Apri tutte le porte”, una “creatura mitologica non databile”, ma soprattutto “il corpo del desiderio”

perché tutti vorremmo avere in prestito un agglomerato di organi e tessuti come i suoi, a 77 anni, arrivandoci. Lo ha scritto su Twitter, a nome di una probabile moltitudine di coetanei, tale Desiree A.: “Noi trentenni stasera siamo troppo impegnati a capire come invecchiare come Gianni Morandi”.

Il cantautore è la prova che

“le stagioni si possono addomesticare con un po’ di cromosomi giusti, un tot di sana attività sportiva, una corretta alimentazione, una dose sufficiente di fortuna e una gioiosa curiosità di sé”.

Morandi, nella sua carriera, è stato capace di reinventarsi più volte, l’ultima proprio in questo Festival.

“Accanto a Jovanotti (comunque, 55 anni) il tempo monolitico di Gianni, fermo sul limitare tra i trenta e i quaranta, vale a dire l’età perfetta, si è come eternizzato. Antico e moderno si rivelano, con lui, categorie vetuste, gabbie assurde con sbarre di marzapane che infatti Gianni divora allegramente. Da un lato Morandi è social, fa le gaffe, pasticcia con la tastiera e nella virtualità digitale crea “engagement” con 5 milioni e mezzo di persone; dall’altro, il suo mitico corpo esiste davvero, scende in strada per la corsetta quotidiana, si ferma a cantare con i fan sul marciapiede, a squarciagola. Se da ragazzo andava ai cento all’ora per trovar la bimba sua, adesso quella velocità è centrifugata nel miracolo sublime della fissità, come quando i colori dell’iride vorticando generano il bianco (stesso colore del tuxedo nel duetto con Jova). Gianni Morandi immaginato e vero, sorpassato e ultramoderno, una sorta di vinile umano. Il pubblico non applaude il suo simulacro, ma proprio lui com’è adesso. Ovazioni non alla carriera, ma a quella stupenda forma di futuro che chiamano presente”.

 

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