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Abramovich lascia l’amministrazione del Chelsea alla fondazione di beneficenza del club

Il magnate russo, amico di Putin, ha preso questa decisione nel tentativo di allontanare il club dalle polemiche che lo circondano a seguito dell’invasione russa

Abramovich lascia l’amministrazione del Chelsea alla fondazione di beneficenza del club
Londra (Inghilterra) 15/08/2016 - Premier League / Chelsea-West Ham / foto phcimages.com/Image Sport nella foto: Roman Abramovich ONLY ITALY

“Durante i miei quasi 20 anni di proprietà del Chelsea FC, ho sempre considerato il mio ruolo come quello di custode del Club, il cui compito è garantire il massimo successo che possiamo ottenere oggi, oltre a costruire per il futuro, e allo stesso tempo svolgere un ruolo positivo all’interno delle nostre comunità. Ho sempre preso le decisioni avendo a cuore l’interesse del Club. Rimango fedele a questi valori. Ecco perché oggi sto affidando agli amministratori della Fondazione di beneficenza del Chelsea la gestione e la cura del Chelsea FC.

Credo che attualmente siano nella posizione migliore per prendersi cura degli interessi del Club, dei giocatori, dello staff e dei tifosi”.

Questa la nota ufficiale con cui Roman Abramovich ha rinunciato alla guida del Chelsea. Secondo quanto riporta il Telegraph la decisione è arrivata nel tentativo di allontanare il club dalle polemiche che lo circondano a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina

Il magnate russo resterà il proprietario del club inglese, ma ha affidato la gestione e il processo decisionale agli amministratori della fondazione di beneficenza del club, guidata da Bruce Buck.

Già da qualche tempo il magnate proprietario del Chelsea, e amico del leader russo, era, di fatto, bandito dalla Gran Bretagna, e dopo l’invasione dell’Ucraina, la situazione era, se possibile, ancora peggiore, tanto che cominciava a suscitare polemiche anche la sua posizione di proprietario del Chelsea. In pratica ad Abramovich era stato reso impossibile risiedere a Londra e la sua posizione viene gestita dall'”Unità per i casi speciali” del ministero dell’Interno britannico, che fa parte del direttorio per la sicurezza e l’anti-terrorismo.

Nella sua dichiarazione Abramovich non ha menzionato la guerra in Ucraina e non ha condannato le azioni del presidente russo Vladimir Putin, cosa che potrebbe portare a ulteriori richieste di sanzioni per lui.

Il Chelsea insiste però sul fatto che il club non è e non sarà in vendita, ma è probabile che la mossa incoraggi i gruppi e gli individui interessati a testare la determinazione di Abramovich con offerte pubbliche di acquisto.

 

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