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L’approfondimento di ABC sui problemi cardiaci agli sportivi guariti dal Covid

Aumentano i problemi cardiocircolatori negli atleti guariti, anche perché “pressione competitiva, vaccini e minore aggressività del virus, hanno ridotto i tempi di riposo”.

L’approfondimento di ABC sui problemi cardiaci agli sportivi guariti dal Covid

Continua a crescere, riporta oggi ABC, il numero di sportivi, in particolare calciatori che soffrono di problemi cardiaci dopo aver contratto il covid ed essere guariti.

Patologie più o meno gravi che portano sconforto e angoscia nei giovani calciatori che non riescono a ritrovare la condizione fisica precedente al contagio del virus. Una situazione, spiega il quotidiano spagnolo, che si è intensificata negli ultimi tempi quando “pressione competitiva, vaccini e minore aggressività del virus, hanno ridotto i tempi di riposo”.

È indubbio dunque che vi sia un legame tra il virus e il rischio di soffrire di malattie cardiache, molti studi ne hanno parlato dall’inizio della pandemia

Il primo di questi corrisponde al ‘British Journal of Sports Medicine’, che nell’aprile 2020 ha avvertito del rischio sistemico a lungo termine del coronavirus per il sistema cardiovascolare. Da allora sono emerse numerose relazioni specifiche divise per Paesi o per sport.

Il nesso c’è ed è stato accertato, continua ABC dall’intera comunità scientifica, ciò che invece cambia molto è il modo di affrontare e provare ad evitare queste conseguenze. Ciò che è sicuro è che tornare ad allenarsi troppo presto e con troppa intensità non va bene come ha spiegato il dottor Araceli Boraita, capo del servizio di cardiologia del Centro di Medicina dello sport del CSD e coordinatore del gruppo di lavoro di Cardiologia sportiva della Società spagnola di Cardiologia (SEC

“L’esperienza ci ha portato a stabilire un periodo di quattro settimane senza allenamenti intensi dopo che uno sportivo era risultato positivo al Covid. Da allora non abbiamo avuto un caso simile. Le complicazioni sono apparse dalla terza settimana, anche in coloro che erano stati asintomatici, e si sono verificate perché gli atleti, una volta dimessi, hanno iniziato ad allenarsi come pazzi”.

Ma non sempre avviene così, ogni sport ed ogni singolo Paese ha un suo regolamento interno con cui valuta i casi, ed è pieno di atleti tornati in campo il giorno dopo essere risultati nuovamente negativi.

È chiaro che nei mesi sono cambiati i protocolli e le regole si sono ammorbidite  come ha spiegato ad ABC Luis Casais, allenatore fisico della nazionale russa, nonché dottore in Attività fisica e Scienze dello sport presso l’Università di Vigo.

“Ora la situazione di partenza non è la stessa, quindi neanche l’algoritmo per decidere i tempi senza attività dovrebbe esserlo. Ciò che più ci preoccupava e si manifestava prima erano crisi cardiorespiratorie, che in alcuni casi impedivano l’allenamento nei due o tre mesi successivi. Attualmente si verificano infezioni con febbre di due giorni e in una settimana si torna ad allenarsi normalmente”

 

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