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Il nervo scoperto proposto da “Don’t look up”: «Che ci succede? Non riusciamo più a comunicare tra noi»

Nel film di Adam McKay la lotta tra il guardare su ed il guardare giù, tipica del tempo che stiamo vivendo

Il nervo scoperto proposto da “Don’t look up”: «Che ci succede? Non riusciamo più a comunicare tra noi»
“Il dolce suono della cornamusa”, come Ceronetti definiva il passaparola, mi ha indotto a vedere “Don’t look up”: il consiglio mi è venuto da ET Aldamar, un caro amico mio e de Ilnapolista. Sull’ultimo film di Adam McKay – al soggetto ha partecipato David Sirota – pesava nella critica il giudizio critico negativo di Antonio Monda e sui social i commenti incrociati hanno lasciato molti feriti ed amicizie bloccate. Ma andiamo con ordine, la storia…
Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) è una dottoranda in Astronomia ed avvista una nuova cometa, il suo tutor – il dottore Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) – calcolando la traiettoria conclude che tra sei mesi la cometa colpirà la Terra distruggendola. Si avvisa il Dipartimento ad hoc dell’amministrazione americana presieduto dal dott. Clayton “Teddy” Oglethorpe (Rob Morgan) che avvisa la Casa Bianca presieduta da Janie Orlean (Meryl Streep) che in un primo tempo non gli dà peso, ma il coinvolgimento dei media e della anchorwoman Brie Evantee (Cate Blanchett) fa in modo che i tre scienziati siano presi sul serio. Ma il coinvolgimento di un magnate economico Peter Isherwell (Mark Rylance) – finanziatore Platinum della Casa Bianca – rimette tutto in alto mare: si tenterà di spezzettare la cometa per usufruire dei metalli preziosi presenti nella stessa.
I protagonisti si dividono per poi riassemblarsi come in un domino confusionario, mentre l’opinione pubblica reale e social e la geopolitica impazziscono.
La prima chiave del film è quando il dottor Mindy tocca uno dei nervi scoperti del tempo che tutti noi stiamo vivendo, “ma che diavolo ci sta capitando a tutti, mio Dio, non riusciamo più a comunicare tra di noi, che abbiamo fatto a noi stessi… Come si risolve?”. In questo bailamme si unirà agli scienziati ed alla famiglia del dottor Mindy anche il giovane alternativo Yule (Timothée Chalamet) che inizierà una storia con Kate. La lotta ora – in questo tempo frammentario e dimidiato che stiamo vivendo – è tra il guardare su ed il guardare giù…  Sempre che non si riesca al là degli interessi in gioco a ricreare nuove forme di partecipazione democratica e ad ancorarsi agli affetti sinceri.

 

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