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Il CorSport su Osimhen: c’è il rischio che si butti via restando vittima delle sue intemperanze

Il confine tra asso e rimpianto è sottilissimo. Il Napoli ha un ruolo centrale nella costruzione pedagogica di un gigante del calcio come lui

Il CorSport su Osimhen: c’è il rischio che si butti via restando vittima delle sue intemperanze
Db Bologna 17/01/2022 - campionato di calcio serie A / Bologna-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Viktor Osimhen

Il confine tra asso e rimpianto è labile, per questo Osimhen dovrebbe cercare di non buttarsi via con le intemperanze fuori e dentro il campo e il Napoli, in questo, dovrebbe svolgere un ruolo centrale. È più o meno questo ciò che scrive Antonio Giordano sul Corriere dello Sport a proposito dell’attaccante nigeriano del Napoli.

Dai, fa’ il bravo Victor. Fallo per te, mica per gli atri, per non buttare via quel talento esagerato che ancora implode ed ha semplicemente bisogno di essere indirizzato. Fallo perché non sarebbe giusto poi un giorno trovarsi etichettato come un bad boy”.

La storia del calcio è piena di fenomeni finiti ai margini perché vittime della loro esuberanza, “che ne ha soffocato la loro straordinaria natura”. Victor dovrebbe esserne consapevole.

Da quando è arrivato a Napoli ha collezionato “una serie di episodi imbarazzanti, non gravissimi ma indicativi”, scrive Giordano, dal rosso in casa del Real Sociedad a quello al Maradona contro il Venezia, dalle feste in Nigeria, causa del primo Covid, ai litigi su Twitter fino all’ultima lite con Politano perché non riceveva palloni degni.

Osimhen rappresenta un clamoroso sacrificio economico da parte del Napoli ma è anche un “preziosissimo capitale umano che convive (comprensibilmente) con i demoni della propria adolescenza, le sofferenze che ha dovuto attraversare e i dolori che l’hanno segnato”.

“C’è un confine che ancora separa Osimhen tra la sua vocazione di artista senza tempo e persino senza alcun limite e il terrore di doverlo un giorno ritenere l’ennesimo rimpianto. E il Napoli ha un ruolo centrale in questa pedagogica costruzione di un gigante del calcio. Adriano e Balotelli hanno già dato”.

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