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Teresa Saponangelo: «La gente si immedesima in Fabietto, mi ringraziano per avergli fatto la spremuta»

In È stata la mano di Dio interpreta la mamma di Sorrentino: «La lavorazione è stata un’immersione totale nel dolore e nell’intimità della famiglia»

Teresa Saponangelo: «La gente si immedesima in Fabietto, mi ringraziano per avergli fatto la spremuta»
Set of "The hand of God" by Paolo Sorrentino. in the picture Filippo Scotti, Toni Servillo and Teresa Saponangelo. Photo by Gianni Fiorito This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film. The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni Fiorito. Set del film "E' stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino. Nella foto Filippo Scotti, Toni Servillo e Teresa Saponangelo. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.

Ho capito fin dalla sceneggiatura che c’erano scene importanti che avrei dovuto fare benissimo. Ma la portata dell’emozione causata dal personaggio, no, quella non l’avevo capita. Adesso mi è chiara, anche grazie ai tanti messaggi ricevuti, sempre calorosissimi, alcuni li ho girati a Paolo, dicevano “grazie per avermi fatto la spremuta di arance”, “grazie per avermi dato il permesso di dormire con te”, le persone mi hanno scritto come se fossero Fabietto, vuol dire che la gente si è sentita davvero raccontata».

La Stampa intervista Teresa Saponangelo. In ‘È stata la mano di Dio’, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, interpreta la madre del regista, la madre di Fabietto Schisa.

«Ho capito fin dalla sceneggiatura che c’erano scene importanti che avrei dovuto fare benissimo. Ma la portata dell’emozione causata dal personaggio, no, quella non l’avevo capita. Adesso mi è chiara, anche grazie ai tanti messaggi ricevuti, sempre calorosissimi, alcuni li ho girati a Paolo, dicevano “grazie per avermi fatto la spremuta di arance”, “grazie per avermi dato il permesso di dormire con te”, le persone mi hanno scritto come se fossero Fabietto, vuol dire che la gente si è sentita davvero raccontata».

Sorrentino, racconta, non dà molte indicazioni, sul set.

«In realtà Paolo non dice proprio niente, non dà molte indicazioni, se ti prende significa che si fida di te, ed è anche coraggioso perché si assume i rischi, e sceglie attori a prescindere dalla notorietà».

Sulle riprese:

«Sono stati giorni difficili, segnati dalla commozione, giorni di grande silenzio, con un “mood” particolare. Tutta la lavorazione è stata un’immersione totale, non solo nel dolore, ma anche nell’intimità di una famiglia composta di individui molto diversi».

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