Intervista al Corsera: «La Superlega è un grido d’allarme. Al calcio è negato qualsiasi aiuto, servirebbe un ministro dello Sport, da noi lo sport non è considerato»
Il Corriere della Sera intervista Beppe Marotta ad dell’Inter. Denuncia la mancata attenzione politica nei confronti del calcio e nei fatti difende la Superlega.
«C’è un freno politico verso lo sport. (…) Lo sport d’élite ha risvolti eticamente impopolari, ma è il 13° comparto industriale del Paese, va attenzionato meglio».
«All’estero esistono i ministeri dello Sport. In Italia lo sport non è considerato rilevante nell’economia del Paese. Abbiamo un contesto legislativo obsoleto. Il Covid ha portato una perdita di 1,2 miliardi alla serie A. Al governo ci siamo rivolti non per un ristoro, ma per un differimento delle imposte. (…) A noi è negato qualsiasi aiuto.
«Un tempo i presidenti furono definiti “Ricchi scemi”. Non ce ne sono più, il mecenatismo è morto. Servono proprietà competenti, stabilità e continuità. Anche a danno dei risultati sportivi».
La Superlega.
«La Superlega è un grido d’allarme, di disperazione, di alcune società con un forte obiettivo competitivo. Va rivisto il modello organizzativo».
«Nella forma potevamo agire meglio, ma il fine giustifica i mezzi. Covid e indebitamento affogano i club. La difficoltà è coniugare i concetti di business e meritocrazia».
Dopo questa intervista, e ricordando che la Juventus è ancora nella Superlega, è più chiara (se qualcuno non ci fosse ancora arrivato) la mancata adesione fin qui dell’Italia alla posizione dei Paesi europei contro la Superlega.