ilNapolista

“Freaks out”, una favola disperata e speranzosa unico antidoto alla pazzia della guerra

Il film di Gabriele Mainetti dal soggetto originale del napoletano Nicola Guaglianone, che firma la sceneggiatura con lo stesso regista

“Freaks out”, una favola disperata e speranzosa unico antidoto alla pazzia della guerra

Dopo “Lo chiamavano Jeeg Robot” tutti aspettavano al varco il regista Gabriele Mainetti ed il suo “Freaks out”, che la pandemia aveva ritardato di un anno. Ieri è finalmente uscito al cinema questo kolossal-favola che promana dal soggetto originale del napoletano Nicola Guaglianone – un vero talento -, che firma la sceneggiatura con lo stesso Mainetti.

Roma 1943: il Circo Mezzapiotta perde il suo tendone dopo un bombardamento ed Israel (Giorgio Tirabassi) il capocomico-illusionista convince la sua coorte dei miracoli a scappare in America. Fulvio, l’uomo lupo (Claudio Santamaria), Matilde, la ragazzina elettrica (Aurora Giovinazzo), Cencio, il ragazzo insetto (Pietro Castellitto), Mario, il nano-calamita (Giancarlo Martini) attendono Israel che però non torna e quindi sono costretti a disperdersi per una Roma dove i nazisti compiono i loro orrori e scappano dal sacco di Portico d’Ottavia. Matilde si distacca dal gruppo ed incontra i partigiani del Gobbo (Max Mazzotta), mentre i restanti tre cercano e trovano il Circus Berlin diretto da Franz (Franz Rogowski) un pianista pazzo che ha visioni da etere dove vede il futuro disastroso del Reich e che sogna di costruire una cellula di artisti con poteri straordinari per portare i nazisti alla vittoria.

Il film di Mainetti si dipana come una favola disperata e speranzosa unico antidoto alla pazzia della guerra con le musiche scritte dallo stesso regista e da Michele Braga a ritmare il tutto. “Non avere mai paura Matilde: ci rivedremo l’anno prossimo a Gerusalemme” dice Israel a Matilde rinnovando i voti sconfitti della Pasqua ebraica, ma forse la guerra finirà e si potrà tornare a camminare per le strade di Roma con un gesto di compassione, uniti anche se non più speciali.

ilnapolista © riproduzione riservata