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La serata double face di Meret: si dovrà lavorare sulla sua solidità

Ha compiuto due-tre interventi importanti, poi d’improvviso ha trasmesso insicurezza alla squadra e la partita è cambiata

La serata double face di Meret: si dovrà lavorare sulla sua solidità
foto Hermann

Ci sono momenti sliding doors anche nelle partite di calcio. Momenti in cui il vento può girare e tutto ciò che un attimo prima sembrava inamovibile, viene spazzato via senza la minima resistenza. È accaduto tantissime volte nel calcio, nello sport. È successo anche a Marassi nel corso di Genoa-Napoli. E il protagonista è stato Alex Meret portiere di 24 anni, arrivato a Napoli tre stagioni fa con le stimmate del fuoriclasse, del predestinato. I tre anni sono andati diversamente. Molto buone le sue performance con Ancelotti – con qualche minima sbavatura -, poi è arrivato Gattuso che lo ha messo subito in discussione e ha invertito la gerarchia tra Alex e Ospina. Una decisione che ha minato la sicurezza di Meret.

Alex ha avuto le sue possibilità. È stato lui il protagonista della finale di Coppa Italia vinta ai rigori contro la Juventus. È riuscito comunque a ritagliarsi il ruolo di terzo portiere agli Europei. Ma qualcosa è rimasto, ha scavato nella fiducia che costituisce la corazza fondamentale per chi ricopre il suo ruolo.

Ovviamente non può essere solo responsabilità di Gattuso. Bisogna anche avere il carattere per reagire alle avversità. Contro il Genoa Meret ha giocato 50 minuti in cui ha mostrato sicurezza, ha compiuto due tre interventi importanti. Non parate che passeranno alla storia ma si è fatto trovare pronto: caratteristica essenziale per un portiere in grado di infondere sicurezza alla squadra.

È questo il punto. All’improvviso, Meret ha trasmesso insicurezza al Napoli. Ha sbagliato una banale presa alta, il pallone gli è sfuggito di mano ma per fortuna non c’era nessuno nei paraggi. Subito dopo, l’episodio più discusso della serata. L’uscita, il tocco con Buksa e il gol annullato dopo l’intervento del Var. Molto probabilmente ha ragione Spalletti, c’è soprattutto una inquadratura che mostra chiaramente come il genoano si disinteressa del pallone e va solo per disturbare il portiere del Napoli. Quel che conta, però, è che Meret ha contagiato il Napoli, ha diffuso una sensazione di smarrimento, di incertezza. Non è stata più la stessa partita e il gol del Genoa è parso solo una naturale conseguenza di questo stato d’animo. Non aiutano nemmeno le parole di Ballardini sui quattro-cinque calciatori del Napoli che ridevano perché per loro non ci sarebbe stato fallo sul portiere.

Resta una prestazione double face che dice a noi e soprattutto a Spalletti che c’è ancora da lavorare sul portiere. Sulla sua sicurezza. Sull’equilibrio. Bisogna evitare queste assenze. Tutti possono commettere errori ma in questo momento Meret deve acquisire certezze, deve fortificarsi e col tempo far avvertire a tutta la squadra che è in buone mani. Le qualità del portiere non si discutono, soprattutto tra i pali. E, volendo, anche l’idea di uscire in presa alta subito dopo un clamoroso errore, denota personalità. Deve diventare padrone dell’area e trasmettere agli avversari la sensazione che fargli gol è un’impresa complessa.

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