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Vezzali: «Il sistema calcio era in crisi anche prima della pandemia»

Intervista a Milano Finanza: «Riapertura degli stadi falso problema. Già prima del virus la media spettatori negli stadi era del 25%»

Vezzali: «Il sistema calcio era in crisi anche prima della pandemia»
Roma 12/07/2021 - Nazionale di Calcio Italiana a Palazzo Chigi / foto Pool/Insidefoto/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina-Mario Draghi con Valentina Vezzali

Valentina Vezzali for president. Come se fosse arrivata dall’iperuranio, la sottosegretaria allo Sport del governo Draghi ha rilasciato a MilanoFinanza un’intervista rivoluzionaria. A memoria non si ricorda un esponente politico rilasciare così tante dichiarazioni di buon senso una dietro l’altra. Numeri alla mano, ha dimostrato come la chiassosa protesta dei presidenti di Serie A sulla riapertura totale degli stadi sia solamente un’arma di distrazione di massa che non ha aderenze con la realtà.

“La pandemia non è alle spalle, questa è una doverosa premessa. Comprendo molto bene l’esigenza di aiuto espressa dal sistema calcio. Ma dobbiamo basarci sui numeri. Con i tecnici ho analizzato i volumi al botteghino degli ultimi anni. Ne è emerso che nel campionato pre-pandemico, quello finito nel giugno 2019, ci sono stati 9.555.000 accessi agli stadi, con una media di 25mila spettatori a partita, mentre la capienza media degli impianti era di 30 mila spettatori. Sulla base di questi numeri forse parlare di 100% può non essere decisivo”.

“Concentriamoci, piuttosto, sulla promozione del green pass per accedere allo stadio e sull’incentivare i tifosi a vaccinarsi, sempre con l’obiettivo di ampliare quanto più possibile la capienza”.

“Il sistema calcio era in perdita già prima della pandemia, che ha però avuto l’effetto di amplificare il problema. È in realtà una questione strutturale, perché oggi i costi sono regolarmente più alti dei ricavi. Credo sia sotto gli occhi di tutti come in Italia, cosi come anche nel mercato internazionale, i costi negli ultimi anni siano aumentati nonostante la crisi ed è da qui che dobbiamo partire, provando a calmierarli, anche eventualmente in modo transitorio, per il tempo necessario a superare questa congiuntura sfavorevole”.

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