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Vezzali: «Parlare di aiuti al calcio rischia di essere poco comprensibile per i cittadini»

La sottosegretaria allo Sport intervistata da MilanoFinanza. «Il sistema calcio era in perdita già prima della pandemia. I costi sono regolarmente più alti dei ricavi»

Vezzali: «Parlare di aiuti al calcio rischia di essere poco comprensibile per i cittadini»
Db Milano 23/05/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Udinese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Valentina Vezzali-Paolo Dal Pino

Ci voleva un’ex atleta – una fuoriclasse – prestata alla politica per dire finalmente parole di buon senso sul calcio settore che crede di essere diventato fondamentale quanto i pronto soccorso ospedalieri.

Valentina Vezzali, oggi sottosegretaria alla Sport, ha concesso un’intervista a MilanoFinanza e ha rilasciato dichiarazioni che non possiamo non sposare in pieno.

“Ristoro e dilazione fiscale per club e Figc? Con tanti settori in difficoltà o proprio in ginocchio, parlare di ‘aiuti di Stato al calcio’, rischia di essere poco comprensibile per i cittadini”.

“Preferisco immaginare ogni sostegno o supporto, anche eventualmente la dilazione fiscale temporanea, legato a riforme strutturali del sistema calcio. L’ho detto al presidente Gravina: ‘Facciamo qualcosa di importante per lo sport’. E abbiamo cominciato: in questi giorni é in dirittura di arrivo il decreto con i criteri di acceso al fondo per il professionismo femminile che assegna quasi 4 milioni di euro”.

Ha aperto alle sponsorizzazioni derivante da agenzia di scommesse:

“Senza andare contro la sensibilità di chi nei governi precedenti ha istituito questo divieto, penso che, date le circostanze, possa essere ragionevole ipotizzare una temporanea revisione della norma. Parto dal dato di fatto che molti campionati esteri, che in Italia hanno un forte appeal mediatico, espongono i brand del mondo del betting, con un indotto stimabile in oltre mezzo miliardo. Questo è uno svantaggio competitivo per il calcio italiano. Rivedere questa situazione sarebbe una boccata di ossigeno per lo sport, non solo per il calcio, e a costo zero per il bilancio statale”.

Il calcio era in perdita già prima della pandemia

“La pandemia non è alle spalle, questa è una doverosa premessa. Comprendo molto bene l’esigenza di aiuto espressa dal sistema calcio. Ma dobbiamo basarci sui numeri. Con i tecnici ho analizzato i volumi al botteghino degli ultimi anni. Ne è emerso che nel campionato pre-pandemico, quello finito nel giugno 2019, ci sono stati 9.555.000 accessi agli stadi, con una media di 25mila spettatori a partita, mentre la capienza media degli impianti era di 30 mila spettatori. Sulla base di questi numeri forse parlare di 100% può non essere decisivo”.

“Concentriamoci, piuttosto, sulla promozione del green pass per accedere allo stadio e sull’incentivare i tifosi a vaccinarsi, sempre con l’obiettivo di ampliare quanto più possibile la capienza”.

“Il sistema calcio era in perdita già prima della pandemia, che ha però avuto l’effetto di amplificare il problema. È in realtà una questione strutturale, perché oggi i costi sono regolarmente più alti dei ricavi. Credo sia sotto gli occhi di tutti come in Italia, cosi come anche nel mercato internazionale, i costi negli ultimi anni siano aumentati nonostante la crisi ed è da qui che dobbiamo partire, provando a calmierarli, anche eventualmente in modo transitorio, per il tempo necessario a superare questa congiuntura sfavorevole”.

“Ovviamente, viviamo in un mercato comune e la questione va affrontata a livello internazionale. Da parte mia, in virtù del mio ruolo di governo, mi rendo disponibile a proporre un tavolo internazionale al presidente Gravina, coinvolgendo i miei colleghi europei, il presidente della Fifa Infantino, il presidente della Uefa Ceferin. I governi, questo ormai è certo, sono più favorevoli a dare aiuti se si è in presenza di riforme strutturali”.

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