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Evani: «I rigori? Volevano tirarli tutti, nessuno si è tirato indietro, lì ho capito che ce l’avremmo fatta»

A La Stampa: «L’atmosfera dello spogliatoio fa la differenza: i giocatori hanno bisogno di un ambiente sereno per dare il meglio. Decide Mancini ma ascolta il parere di tutti» 

Evani: «I rigori? Volevano tirarli tutti, nessuno si è tirato indietro, lì ho capito che ce l’avremmo fatta»
Roma 11/06/2021 - Euro 2020 / Turchia-Italia / foto Uefa/ Image Sport nella foto: Roberto Mancini-Gabriele Oriali-Alberico Evani-Gianluca Vialli

E’ il vice di Roberto Mancini. Ha fatto innamorare addirittura i siti di moda per la sua eleganza. Oggi Alberico “Chicco” Evani è intervistato da La Stampa.

Racconta la scelta dei rigoristi per la finale di Wembley.

«Io vi garantisco che nessuno dei nostri si è tirato indietro, anzi semmai abbiamo avuto il problema contrario: li volevano tirare tutti. Tutti volevano prendersi la responsabilità, è stata una bellissima prova di coraggio, io lì ho capito che ce l’avremmo fatta».

Alla fine ha deciso Mancini.

«E’ lui il ct ed è lui che alla fine ha l’ultima parola. Ha deciso bene direi, d’altra parte lui è sia un ex campione sia un tecnico intelligente e sensibile e in quei frangenti conta molto la psicologia, più che la tecnica. E Roberto sa leggerla».

Evani sottolinea l’importanza dello spogliatoio, del clima trasmesso alla squadra.

«Oggi i giocatori hanno bisogno di un ambiente molto sereno in cui poter dare il meglio, lo dico perché avendo lavorato per anni con le Nazionali giovanili so che l’atmosfera dello spogliatoio fa la differenza».

I giocatori sono un po’ fragili?

«Non necessariamente, però se i ragazzi sentono che intorno hanno un ct e un gruppo di lavoro unito, che ha feeling ed empatia, si sentono nelle condizioni ideali per dare il meglio. Una battuta, un sorriso, uno scherzo alleggeriscono molto le tensioni che naturalmente si creano in momenti così importanti».

Ad alleggerire la tensione, nello staff di Mancini, è stato Attilio Lombardo.

«Lui anche da giocatore era uno scherzoso, sempre allegro e ironico. Ed è servito. Toccava soprattutto a lui scherzare ed essere anche un po’ preso in giro. Sto parlando sempre di cose simpatiche, con affetto e rispetto, ruoli maturati in tanti anni di carriera e un po’ rimasti anche oggi. In generale il clima in questa Nazionale era magnifico, ve lo garantisco, e penso si sia percepito anche dall’esterno».

Ancora su Mancini:

«È stato sempre Roberto a prendere la decisioni finali, ovvio. Ma il suo grande pregio è essere uno che coinvolge tutti nelle decisioni e ascolta il parere di tutti. Sia prima della partite, per prepararle, sia durante, noi tutti facevamo continui summit per portare ciascuno il proprio contributo e dire la nostra. Roberto è uno molto intelligente e senza preconcetti e se qualcuno suggeriva qualcosa di giusto, anche se magari non era stata la sua idea iniziale, ti seguiva. È stato un lavoro di équipe ma non vorrei sminuire il valore di Roberto, che non a caso è colui che questa équipe l’ha messa insieme. I meriti più grandi oggettivamente sono i suoi».

 

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