L’1-1 col Crotone è la summa dell’autolesionismo della stagione. Il presidente dovrà irrobustire la società se intenderà tornare in A per rimanervi
Non vincere il fondamentale scontro salvezza contro un Crotone già retrocesso, e per di più in dieci uomini dal 25esimo minuto? Sì, il Benevento ci è riuscito: è 1-1 dopo i 90 minuti. Una partita autolesionista, che adesso complica in maniera quasi irreversibile l’obiettivo salvezza. Con questo pareggio, sono matematicamente salve tutte le dirette concorrenti dei giallorossi, eccetto il Torino. Basta un punto alla formazione piemontese per condannare definitivamente i sanniti alla serie B. Tante le occasioni sprecate durante l’arco del match, complice anche la strepitosa prestazione del portiere ospite Festa che in tre occasioni in particolare riesce a ipnotizzare Lapadula, Schiattarella e Glik sull’ultimo tiro del match. La partita andava chiusa prima poiché un episodio avrebbe potuto stravolgere le situazioni da un momento all’altro. E proprio in questo modo è riuscito a pareggiare il Crotone: dopo una partita con pochissime azioni offensive, in particolare del fantasista ex Napoli Adam Ounas, è al 93’ che il solito Simy trova la zampata vincente dopo una partita totalmente in sordina. Questi punti persi in malo modo si aggiungono ad altri che a questo punto della stagione avrebbero fatto tanto comodo al Benevento.
Sembra impossibile, ma alla 17esima giornata, il Benevento si trovava nella parte sinistra della classifica, al decimo posto: da quel momento, in cui tutti immaginavano di poter raggiungere agevolmente l’obiettivo prima della fine della stagione, c’è stata una discesa totale e senza pausa. Si poteva fare qualcosa per evitare ciò? Il Cagliari, il Torino, che fino a dieci partite fa navigavano nei bassifondi della classifica, hanno cambiato allenatore e di conseguenza portato nuova linfa alle rispettive rose: perché la società giallorossa ha continuato a dare fiducia ad Inzaghi dopo 8..9..10 partite senza vittorie? Forse poco coraggio, forse mancanza d’esperienza, forse il rischio sottovalutato: in ogni caso, da un certo punto in poi, la squadra è apparsa molto meno tranquilla e ora a pagarne le conseguenze è tutto l’ambiente sannita.
Se prima della partita col Crotone si poteva spezzare qualche lancia in favore della squadra, adesso no. Se il Benevento dovesse scendere in Serie B, sarebbe solo per proprio demerito. Non si tratta solo di rosa, ma di dirigenti: Vigorito ha bisogno di irrobustirsi, di creare una struttura più solida se vuole pensare di poter militare nella massima serie. A prescindere da come andrà quest’anno, la rifondazione sembra quasi inevitabile, qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare; bisogna guardarsi dall’interno per riuscire a capire in che modo la salvezza di quest’anno è stata praticamente buttata. Il destino dei sanniti passa per la serata di martedì, il Torino affronterà la Lazio nel turno di recupero della 25° giornata e dovrà perdere per mantenere accesa la speranza del Benevento. In questo caso la salvezza verrà giocata all’ultimo turno tra granata e giallorossi, con questi ultimi che hanno un unico risultato utile per salvarsi: la vittoria.