In tre partite la Nazionale di Nicolato ha collezionato cinque espulsioni. I calciatori sono simbolo della mancanza di limiti. Servono maestri che trasmettano valori umani e collettivi

Le intemperanze dell’Under 21 di Nicolato, con le espulsioni dei suoi giocatori, sono uno specchio della società e della difficoltà, da parte dei giovani, di rispettare le regole. Lo scrive Il Giornale. In tre partite, la Nazionale ha collezionato cinque espulsioni: due contro i Cechi (Tonali e Marchizza), due contro gli Spagnoli (Scamacca e Rovella), una contro gli Sloveni (di nuovo Marchizza).
Riccardo Marchizza è addirittura il primo calciatore nella storia di Europei e Mondiali a venire espulso per due volte nelle tre partite del girone: con la Repubblica Ceca, con la Slovenia, quando, sceso in campo al 54’, ha preso il primo giallo dopo un minuto e il secondo dopo neanche mezz’ora.
“Sì perché è un attimo che l’esuberanza giovanile si trasformi in tracotanza, in mancato rispetto di regole (e gerarchie) che hanno sempre segnato il mondo dello sport. Quest’ultimo è infatti un formidabile specchio della società”.
Una volta, scrive il quotidiano, “quando ancora la ribellione si caricava di significati simbolici”, avevamo il fascino di John McEnroe e di Eric Cantona,
“oggi invece ci ritroviamo con i Nick Kyrgios e i Mario Balotelli, figli e simboli non tanto della ribellione ma della mancanza di limiti, in una provocazione continua che porta solo forma e non più sostanza“.
E cita anche i casi di Kean e Zaniolo, che ai tempi dell’Under 21 furono messi fuori squadra dal ct Di Biagio per ritardi e comportamenti non professionali.
“Ciò che traspariva dalle parole del ct era non tanto la “malafede” dei due, bensì la leggerezza della loro indisciplina. È qui che torniamo allo sport come cartina di tornasole della società, e non facciamo fatica a trovare nella Generazione Z calcistica un segno dei tempi. In fondo come pensate che possa sentirsi un ragazzo di vent’anni passato dal nulla al successo, con contratti milionari e con milioni (anche) di follower che lo seguono; il tutto in una narrazione amplificata – tanto crudele quanto usa e getta – che abusa di titoloni e paragoni forzati. Per questo serve qualcuno che faccia capire all’esordiente come un cartellino rosso non condizioni solo la sua partita, ma soprattutto quella della squadra; qualcuno che trasmetta valori umani e collettivi”.
E’ l’importanza dei maestri.