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Per il Napoli questo è il momento della fuga o, se volete, del suo triplete

Due terzi di campionato in sordina. Ora si va. Siamo allo splash-down per il quarto posto Champions. La partita più importante della stagione si gioca a Roma

Per il Napoli questo è il momento della fuga o, se volete, del suo triplete
foto Hermann

“L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”, diceva Gino Bartali, Ginettaccio per gli italiani e, ancora meglio, per i toscani come lui. Nascondeva i documenti falsi per l’espatrio nel tubo della sua bici. Salvò così, tra sport e shoah, decine di ebrei sottraendoli nazisti.  Oltre che resistente, era anche un campione. Vinse tre Giri d’Italia e due Tour de France. Divideva la fama con Fausto Coppi, con leggendarie scalate, che fecero dimenticare agli italiani gli orrori della guerra e le fatiche postbelliche.

Intervistato da Maurizio Barendson sul significato della sua celebre frase, confessò d’aver aiutato nella sua vita, ma di non essere stato ricambiato (Coppi?). Il ciclismo andava forte e appassionava gli italiani, più del calcio che non riusciva a ripetere gli anni dei mondiali di Pozzo.

E’ come sferrare l’attacco giusto nel ciclismo. La scelta del momento, lo studio dell’avversario, il proprio stato fisico. Per il Napoli questo è il momento della fuga o, se volete, del suo triplete. Due terzi di campionato in sordina. Ora si va. Siamo allo splash-down per il quarto posto Champions.

I pruriti della Roma

La partita, la più importante della stagione, si gioca a Roma, contro un ambiente velenoso, che imputa al Napoli la voglia sadica del rinvio della partita, pro domo sua e contro i capitolini. E la Juve che ha concordato col Napoli il rinvio? Può rimanere nell’ombra, forte nel Palazzo, se pur sconfitta dalle magistrature per il caso Asl e relativi divieti di scendere in campo. La Juve va “allisciata”, si direbbe a Napoli, e mai ostacolata. Questione di riflessi  condizionati. Tutta materia che nasce storta e storta rimane.

Avanti c’è posto

Se si guarda al calcio in purezza, occorre la vittoria per non fare un passo indietro dopo Milano. Se si andrà avanti, il Napoli sarà apertamente nel mucchietto di squadre che aspirano alla Champions  attraverso il passepartout del quarto posto. Altrimenti, “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”.

Volendo puntare sul minimo sindacale, l’importante è non perdere, almeno per lasciare inalterata la gerarchia con la Roma. Se si vince sui fronti più probabili (consentito un pareggio), si realizza una specie di “quadriplete” (Juve, Milan, Roma, Atalanta) da calendario fatto in casa. Corretto e ragionevole il rinvio di Juve – Napoli, anche se lo strabismo bianconero è clamoroso, con due parti in commedia: Signora del No per la pandemia invocata dal Napoli, facciamo pace e ok per il rinvio quando s’è trattato di difendere la forma fisica della propria squadra.

Lo spirito del triplete

C’à un altro paragone che si può fare, senza offendere nessuno. Argentina, Brasile, Polonia nei mondiali  ’82 sembravano un terzetto imbattibile per un’Italia introversa e data perdente. E, invece, ecco che l’Italietta diventa grande, batte la tosta Argentina, manda in crisi di pianto il popolo brasiliano, vincendo contro il miglior Brasile di sempre, e sbriga senza patemi la pratica polacca.

Altro triplete (Coppa Italia, campionato e Champions), quello interista, maggio 2010, con Mourinho a massimo voltaggio. Quando si forma un grumo di interessi ambientali e tecnici più uno spogliatoio in salute è possibile fare bingo. Questo lo spirito, se si vuole vincere il triplete della rimonta.

 

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