Il Supporter Liaison Officer della Juve è stato ascoltato ieri nel processo Last Banner: «Dopo lo sfottò di San Siro gli ultrà diedero una mano. Gli “striscionisti” erano un pegno da pagare»
Il Corriere Torino riporta stralci della deposizione del Supporter Liaison Officer della Juventus, Alberto Pairetto, sentito ieri in Tribunale come parte civile nell’ambito del processo Last Banner. Parlando della coreografia degli ultras bianconeri contro l’Inter, nel febbraio 2016, dichiarato:
«I gruppi ultrà vennero allo stadio in settimana, per fare le prove (della coreografia) e per il piegamento dei teloni. Con il passare del tempo si erano abituati a fare un po’ i padroni della curva. La sentivano come casa loro».
All’epoca bisognava vendicare un affronto da parte dell’Inter. Il 18 ottobre, infatti, la scenografia di San Siro era stata irridente e beffarda nei confronti dei bianconeri. Pairetto la ricorda:
«La banda bassotti con addosso la maglia della Juve».
Un fumetto che aveva fatto infuriare la società e tifosi. Così, il 28 febbraio successivo, nella partita di ritorno di Coppa Italia, Juve e ultrà pianificarono la vendetta sulle tribune dell’Allianz Stadium (la partita fu poi vinta dalla Juve):
«Un grande pagliaccio con la maglia dell’Inter con una tenda da circo dai colori nerazzurri e lo scudetto di cartone. Insomma, gli ultrà diedero una mano. Gli “striscionisti” erano un pegno da pagare, ma anche un vantaggio per la coreografia».