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Il gol di Zielinski al Sassuolo è gattusismo puro, che però si vede troppo poco

L’1-1 racchiude i principi inseguiti da Gattuso per la fase offensiva. Eppure il Napoli raramente è così efficace nel creare attraverso il gioco

Il gol di Zielinski al Sassuolo è gattusismo puro, che però si vede troppo poco
foto Hermann

Il Napoli visto ieri sera non ha rischiato poco e non ha giocato meglio dell’avversario, anche se è arrivato a pochi secondi dalla vittoria sul Sassuolo. È stata una gara emblematica, dal punto di vista della filosofia calcistica. Da un lato, una squadra composta da bravi giocatori, eccellenze medie che si esprimono al meglio calati in un gioco codificato. Dall’altro, una formazione ricca di talento, di qualità, che è ancora alla ricerca di una traduzione efficace dei principi che Gattuso cerca di trasmettere.

Fin dall’inizio, era chiaro che l’ostinazione con cui il Sassuolo ricerca il proprio modo di giocare, fatto di palleggio ad ogni latitudine del campo, avrebbe favorito lo spettacolo contro un Napoli dotato almeno sulla carta di enorme potenziale offensivo. In un contesto simile, s’è potuto vedere qualcosa del calcio profetizzato da Gattuso, che troppo spesso ci è stato raccontato ma che forse abbiamo visto troppo poco. L’azione con cui gli azzurri hanno trovato il pareggio è un manifesto della fase offensiva immaginata dall’allenatore: lo sviluppo sulle celebri catene laterali, l’occupazione efficace dell’area di rigore, la superiorità intorno al pallone tipica del gioco di posizione che sta provando in qualche modo ad ibridare con qualcosa di meno complesso. O comunque che sia più facile da assorbire.

Quando Di Lorenzo controlla il pallone sulla trequarti avversaria, la difesa del Sassuolo è schierata nel modo migliore possibile. In quel momento, i giocatori del Napoli fanno cose semplici ma perfette nell’esecuzione e nel tempismo: l’esterno di difesa si appoggia all’indietro su Politano, che arretra per compiere una giocata. Lo cede a Fabian Ruiz, che torna da Di Lorenzo. Nel frattempo Demme va a creare superiorità numerica e lo fa con un movimento di fine intelligenza, trovando uno spazio vuoto strategico. I due giocatori di fascia concludono con successo la triangolazione e il Sassuolo è già teoricamente spacciato: è in ritardo su ogni possibile giocata, se effettuata col timing corretto. Di Lorenzo tocca per Demme, che è svelto a bruciare il recupero e servire Zielinski, che a sua volta fornisce un saggio delle sue ben note capacità balistiche con entrambi i piedi.

Gattusismo puro, se così vogliamo definirlo, che si è rivelato molto piacevole, per messa in atto e concretezza, entrambi aspetti che non si vedono con la frequenza dovuta. Questo innanzitutto perché il Napoli sa occupare gli spazi ma non sempre sa crearli. Considerando che sono davvero poche le squadre che accettano certi rischi, è logico che senza un piano preciso si faccia difficoltà a trovare sempre il punto debole con la manovra. E il talento da solo non sempre può essere d’aiuto. Eppure, per quel che si è visto, le basi su cui ragionare a qualcosa di funzionale ci sono.

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