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Guardare giocare (e segnare) Duvan Zapata è sempre una stilettata al cuore

Arrivò otto anni fa e Benitez fu sfottuto per averlo strappato al Sassuolo. Col gol al Verona è andato in doppia cifra in Serie A per il quinto anno di fila

Guardare giocare (e segnare) Duvan Zapata è sempre una stilettata al cuore

Ogni volta che guardiamo una partita di Zapata, è una stilettata al cuore. Sta guidando l’Atalanta nella vittoria per 2-0 (alla fine del primo tempo) sul campo del Verona. Ha reso la vita impossibile alla difesa di Juric e ha segnato la rete del 2-0.

Duvan Zapata è la sintesi perfetta del mondo a parte che rappresenta la Napoli calcistica intesa come unione di club e ambiente. Perché è giusto ricordare che l’errore è stato commesso dal club, in condominio con Maurizio Sarri, ma non possiamo dimenticare i sorrisini di scherno quando il centravanti colombiano fu portato a Napoli da Rafa Benitez. Il Napoli veniva irriso dai soliti competenti per averlo strappato nientemeno che al Sassuolo. Vale sempre la regola Kolarov, che a Napoli è legge: per fare il bene del Napoli bisogna fare sempre l’esatto contrario rispetto ai mormorii della piazza.

Come al solito, Rafa Benitez aveva visto giusto. Zapata segnò anche un gran gol in Champions a Marsiglia con uno splendido tiro a giro. Arrivò a Napoli nel 2013, aveva 22 anni. Il prossimo primo aprile ne compirà trenta. Ed è diventato, anche grazie a Gasperini, un centravanti che spesso è un’iradiddio. Immarcabile, come sempre, segna e si sobbarca un lavoro molto importante per l’Atalanta.

È alla terza stagione nell’Atalanta. E per la terza volta consecutiva è andato in doppia cifra in Serie A: 23 gol il primo, 18 il secondo e 10 fin qui nel terzo. Cui vanno aggiunti gli altri due con la Sampdoria (11) e l’Udinese (10). Senza dimenticare che in due stagioni ha segnato quattro reti in Champions. E senza trascurare i 16 assisti in tre anni di campionato.

Il Napoli lo vendette alla Sampdoria per circa 20 milioni, qualcosa in meno. L’Atalanta lo ha poi acquistato per circa 15 milioni. Oggi immaginiamo che possa valere almeno 50 milioni e ci teniamo bassi perché siamo in tempi di pandemia.

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