Che vuoi che siano 14 gol in 11 partite. Sono dati che impressionano gli incompetenti, non certo lo scaltro scouting del Napoli
Bisogna riconoscere la lungimiranza imprenditoriale del Napoli. È sempre la competenza calcistica a fare la differenza. Per fortuna, la capacità di Giuntoli, Gattuso e lo stesso De Laurentiis hanno consentito al Napoli di scansare il fosso Ibrahimovic. Fosso in cui il pensionando nonché familista Ancelotti avrebbe voluto scaraventare il club di Aurelio De Laurentiis. Ma a un management innovativo come quello del Napoli non la si fa facilmente.
A nulla valsero le telefonate tra De Laurentiis, Ancelotti e lo stesso Ibrahimovic (con Mino Raiola). Ancelotti avrebbe voluto portarlo a Napoli per dare una sterzata di personalità alla squadra e anche per mettere a tacere presunti leader dello spogliatoio. Leader che soltanto a Napoli possono essere considerati tali. Ancelotti appartiene a una vecchia scuola di management: gli si prospetta un problema e ne individua la possibile soluzione. Molto arcaico, démodé. Senza nemmeno una spruzzata di veleno, neanche una parola sul pericolo da annusare.
Per fortuna il Napoli ha tenuto le antenne dritte. Un paio di sguardi ai conti tenuti dall’attento Chiavelli, una risata di Giuntoli all’idea (così narrano i beninformati) ed ecco la soluzione: via Ancelotti (a furor di popolo storicamente competente) individuato come il male del Napoli e dentro Gattuso sponsorizzato proprio da Giuntoli e improvvisamente caro anche a De Laurentiis. Finalmente un allenatore che avrebbe rivalutato la rosa del Napoli. Altro che innesti esterni. Il Napoli non ha bisogno di Zlatan. Che infatti adesso è parcheggiato in una vecchia utilitaria come il Milan che solo apparentemente è primo in classifica. Così come solo apparentemente Ibrahimovic ha segnato 14 gol in 11 partite di Serie A (compresa la doppietta di oggi al Crotone). Queste sono le apparenze che appagano gli incompetenti. Non certo il Calcio Napoli.