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Il Guardian: “i 44 cross di Arteta (mentre Mou lo batteva con due tiri) sono la sua Waterloo”

“Il cross ormai viene visto come una scorciatoia per il calcio brutto, la reliquia di un tempo in cui colpire di testa non faceva male alla salute”

Quarantaquattro cross nell’area ingolfata del Tottenham, mentre quelli con due tiri vincevano la partita. Quarantaquattro. Li ha contati – e minuziosamente descritti per presa in giro – Jonathan Liew sul Guardian. L’ha detto anche Mourinho mentre si affrettava a rispondere alla critiche sul catenaccio:

“Non ricordo occasioni dell’Arsenal”.

Per il Guardian questa ostinazione monoschematica nel tentativo di spaccare la difesa di Mourinho diventerà la dannazione di Arteta, il “suo marchio a fuoco, la sua Waterloo”.

“Come tutte le migliori performance artistiche, lo spettacolo offensivo dell’Arsenal contro il Tottenham si è rivelato per fasi: costruendoci lentamente un universo, generando la sua logica ipnotizzante e percussiva”.

“Mentre i minuti passano, mentre la determinazione lascia il posto alla disperazione, inizi a intravedere una strana bellezza in questo bombardamento permanente, una metafora dell’essenziale futilità dello sforzo umano“.

Questi 44 cross inutili, per Liew diventeranno Arteta, lo definiscono.

“Piaccia o no, alcune statistiche finiscono per diventare te. Il Manchester United di David Moyes mise a segno 81 cross contro il Fulham, un numero che sembrava cristallizzare la sua epoca, e che a un certo livello continua a definirlo oggi”.

In qualche modo – scrive ancora – il cross è diventato una sorta di scorciatoia per il calcio brutto: senza meta e senza testa. Non importa che questa sia una delle abilità più difficili e visivamente accattivanti del gioco. O che le due squadre più prolifiche di cross della Premier League della scorsa stagione siano state Liverpool e Manchester City.

“Oggi il cross è uno strumento di precisione: un’estensione del moderno gioco delle percentuali con la sua fissazione su automatismi e risultati controllabili”. “Ci sono dei specialisti brillanti: Kevin De Bruyne, Andy Robertson, James Rodríguez, Hakim Ziyech. Ma tale è la miniaturizzazione del gioco moderno che raramente si intravede la loro vera efficacia”.

Il gioco attuale ha una narrazione diversa, per l’editorialista del Guardian. Il cross è diventato un feticcio del passato: “in qualche modo esula dal nucleo del gioco moderno, è una reliquia di un’era pre-concussion“, di quando cioé colpire il pallone di testa non si sapeva facesse male alla salute.

Forse i 44 cross di Arteta non entreranno nell’immaginario collettivo come gli 81 dello United di Moyes contro il Fulham (qui montati con la musica di Benny Hill), sta di fatto che il cross sarà per Arteta la “croce” (in inglese si dice “cross”) da portare per il resto della sua carriera.

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