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Con tre centrocampisti il Napoli gira meglio, ma poi tornerà Osimhen

La partita con la Roma per il momento consiglia il ritorno alle origini. Per il bene della squadra potrebbe essere necessario sacrificare una punta

Con tre centrocampisti il Napoli gira meglio, ma poi tornerà Osimhen

Il Napoli visto contro la Roma ha dato una rassicurante sensazione di equilibrio. L’efficacia in entrambe le fasi si è tradotta in quattro gol fatti, nessuno subito e il controllo del gioco avuto per quasi tutta la partita, tranne nei primi venti minuti di gara. Mettendo da parte le motivazioni emotive, di fatto Gattuso è tornato a riproporre tre centrocampisti. Una scelta senz’altro figlia della necessità, dal momento che Victor Osimhen è ancora infortunato e che l’esperimento che era stato compiuto col Milan aveva portato ad una brutta sconfitta. L’allenatore, in quell’occasione, aveva provato a rimanere fedele al 4-2-3-1, proponendo Politano in versione trequartista con Mertens unico riferimento offensivo.

La gara col Rijeka non avrebbe potuto fornire troppe indicazioni, specialmente per la caratura di un avversario di per sé inferiore e anche falcidiato dal coronavirus. Con la Roma è tornato ad essere un Napoli più razionale. Che si voglia posizionare Zielinski da mezzala o da trequartista, gli azzurri hanno schierato un centrocampista in più. Il modulo diventa una serie di numeretti messi in fila per convenzione, perché in fase difensiva come quella offensiva si sono visti i lati positivi di un ritorno alle origini.

Questa è sicuramente una buona notizia, a poche ore dalla sfida con l’AZ Alkmaar e tre giorni dalla partita col Crotone, in cui presumibilmente continuerà ad essere assente Osimhen. Il nigeriano non ha ancora recuperato dalla lussazione alla spalla destra, nonostante ci fosse un certo ottimismo apparso da subito poco giustificato. Così, a meno che Gattuso non voglia far giocare Mertens dietro Petagna col centrocampo a due, l’impostazione tattica resterà la stessa per i prossimi due impegni del Napoli.

Se la stabilità vista domenica scorsa dovesse trovare conferma nelle prestazioni, bisognerà interrogarsi sull’opportunità di schierare Mertens e Osimhen contemporaneamente. Oppure, per dirla in un altro modo, di giocare con soltanto due centrocampisti. Soltanto in due partite la squadra ha convinto col 4-2-3-1, contro Genoa e Atalanta. Poi ha palesato difficoltà inedite, mostrando una fragilità difensiva che non aveva mai avuto con Gattuso. E che, anzi, era sempre stato un punto di forza del Napoli, anche quando si rivelava sterile in avanti.

Potrebbe essere il tempo di nuovi esperimenti, per il tecnico: un 4-4-2 con gli esterni più bassi e Mertens e Osimhen in attacco avrebbe senso, almeno in teoria. Altrimenti servirà prendere atto, per il bene della squadra, che la strada da perseguire è quella iniziale. Con le dovute modifiche, naturalmente. Anche perché il Napoli ha bisogno di chiudere tra le prime quattro e di avanzare nelle coppe per far respirare il bilancio. Per questo, il margine di errore si è notevolmente ridotto, per Gattuso come per la squadra.

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