Sul Giornale di Vicenza il ricordo dell’ex vicepresidente del Lanerossi. “Eri giovane ma non hai mai permesso che il personaggio prendesse il sopravvento su Paolo”. “Fino alla fine hai seguito il Vicenza e il tuo Lane”
Sul Giornale di Vicenza un bellissimo ricordo di Paolo Rossi a firma di Alberta Mantovani, giornalista, ma anche figlia di Marcello, vicepresidente del Lanerossi quando, nel 1976, il club prese in prestito un “ragazzo con alle spalle qualche acciacco ma che prometteva bene”.
Di Pablito la Mantovani racconta soprattutto la semplicità, la delicatezza, la stessa con cui ha scelto di andare via, circondato dai suoi affetti più cari. Le luci della ribalta, scrive, non gli hanno mai dato alla testa e neppure reso supponente.
Pablito ha seguito il suo Lanerossi fino alla fine, guardava le sue partite. La Mantovani racconta qualche aneddoto che fa capire che tipo di persona era. Come quello che riguarda il giorno dopo la vittoria dei Mondiali del 1982.
“Eri giovane eppure non hai mai permesso che il personaggio prendesse il sopravvento su Paolo. Mai. Quel mitico mondiale di Spagna ’82 ti diede fama planetaria, cercato da tutti, voluto da tutti. Tornasti in Italia osannato come Pablito. Vicenza venne invasa da giornalisti da tutto il mondo. Nel mio piccolo c’ero pure io, da poco arrivata a scrivere per la Gazzetta dello Sport. Fu davvero una “caccia” per riuscire a trovarti, a parlarti. Niente. Ricordo come fosse oggi: vuoi vedere che è a fare colazione come sempre al Piccolo Bar? E infatti eri là, tranquillo, seduto al banco. Ti dissi: “Ma Paolo ti cerca il mondo e tu sei qui come se niente fosse? E tu: e dove volevi che fossi se non a fare colazione al solito posto?””.
Un calciatore, ma prima di tutto un uomo, che non ha mai “permesso al personaggio di prevalere su Paolo”. Una persona che continuava a ripetere:
“per me Vicenza è la mia città, ce l’ho nel cuore così come i colori biancorossi, come il Lane”.