Ieri il virologo aveva lanciato le sue accuse su La Stampa. Sullo stesso quotidiano la replica del Piemonte e dell’Emilia Romagna. Veneto e Lombardia non si esprimono
Ieri il virologo Andrea Crisanti ha lanciato un’accusa grave alle Regioni. In un’intervista a La Stampa ha dichiarato:
«Non vorrei che le regioni manipolassero i dati» per evitare lockdown locali.
Oggi lo stesso quotidiano riporta la risposta delle Regioni.
«Non c’è nessuna manipolazione o falsificazione dei dati».
Il più indignato è l’assessore piemontese Matteo Marnati, con delega alla ricerca applicata Covid-19:
«Crisanti mette in dubbio la trasparenza delle Regioni? Faccia nome e cognome, non generalizzi. Qui noi abbiamo una piattaforma trasparente, aggiornata quasi in tempo reale e abbiamo tutti i dati che possiamo fornire. Nessuno sta mentendo, nessuno vuole minimizzare quello che sta accadendo. Invito il virologo a dire le cose come stanno perché altrimenti gettare fango è indegno».
Lombardia e Veneto non dicono nulla a riguardo, scrive il quotidiano. Risponde invece l’assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini:
«Stimo troppo Crisanti. Non voglio credere che pensi che le Regioni manipolino i dati. Noi difendiamo la salute dei cittadini, se facessimo una cosa del genere saremmo dei delinquenti».
Donini ammette però che possa esserci qualche ritardo.
«Può capitare – e in questi mesi è accaduto – che ci sia qualche ritardo. Quindi alcuni dati vengano recuperati nei giorni successivi a quando si riferiscono. Ma queste situazioni sono sempre state corrette».
Anche la sottosegretaria Zampa si è espressa su quanto detto da Crisanti.
«Mi auguro di non vivere in un paese in cui i presidenti falsificano i dati. Chi dovrebbe manomettere i dati ne deve rispondere. Sono dirigenti, direttori generali. Voglio credere che nessun presidente arrivi a questo, ma soprattutto escludo che un direttore generale o dirigente si assuma la responsabilità di falsificare dati, perché ne risponderebbe dal punto di vista giudiziario».