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Col 3-0 alla Norvegia, la Uefa ricorda i Serenissimi a San Marco. È il caso che qualcuno intervenga

La sconfitta a tavolino, infischiandosene governo norvegese , è l’autoproclamazione del calcio come potere sovranazionale. A Venezia intervennero i carabinieri

Col 3-0 alla Norvegia, la Uefa ricorda i Serenissimi a San Marco. È il caso che qualcuno intervenga

Il calcio è al delirio di onnipotenza. O meglio, si sente così sicuro, è convinto di avere assunto tanto potere da poter sfidare gli Stati nazionali. Juventus-Napoli ha adesso un’appendice internazionale. La Uefa ha comminato il 3-0 a tavolino nei confronti della Norvegia rea di non essersi presentata a giocare la partita contro la Romania. Il punto è che la Norvegia non si è presentata per sfizio ma perché la Nazionale e la federazione sono state bloccate dal ministro della Salute a causa di casi di coronavirus nel gruppo squadra.

Come raccontato da Salvatore Malfitano, la Federazione norvegese ha cercato in ogni modo di opporsi ma il governo norvegese è stato irremovibile e ha minacciato dure sanzioni. Per tutta risposta la Uefa ha assegnato il 3-0 a tavolino. È come se il calcio si autoriconoscesse uno status di sovranità sovranazionale. Gli Stati non contano più niente. Nel bel mezzo di una pandemia, con tre quarti di mondo messo in ginocchio dal Covid-19, un signore sloveno – Aleksander Ceferin – sta dicendo che il calcio conta più dei governi, più degli Stati.

La situazione è talmente grottesca da essere indecifrabile. Da un lato ricorda episodi come l’attacco dei serenissimi al Campanile San Marco per proclamare l’indipendenza del Veneto. Fin quando non intervennero i carabinieri. O anche, qualche anno dopo, quando Roberto Maroni – successivamente diventato stimato ministro dell’Interno – finì col collarino per aver cercato di opporsi (con Bossi, Calderoli e Borghezio) all’irruzione della Digos nella sede di via Bellerio: l’accusa era di aver creato un’associazione paramilitare, le camicie verdi.

Senza voler scomodare Stalin e la storica domanda: “Quante divisioni ha il Vaticano?”, forse è il caso che qualcuno si prenda la briga di comunicare ai signori del calcio che possono essere anche la più potente azienda al mondo – e non lo sono – ma esiste una gerarchia di poteri. E in questa gerarchia il calcio non è contemplato. Meglio farlo rapidamente, perché la situazione è già evidentemente sfuggita di mano.

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