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Il 3-0 a tavolino contro la Norvegia è la dichiarazione di guerra dell’Uefa ai governi

Il ministro della salute norvegese aveva impedito la partenza della nazionale dopo un caso di coronavirus, contrariamente al volere della squadra

Il 3-0 a tavolino contro la Norvegia è la dichiarazione di guerra dell’Uefa ai governi

Se la discussa sentenza del caso Juventus-Napoli ha causato delle crepe nel rapporto tra giustizia sportiva e legge statale, rimaste tali grazie alla componente dolosa sancita dai provvedimenti giudiziari, l’Uefa apre una vera e propria breccia assegnando la vittoria per 3-0 alla Romania contro la Norvegia.

La selezione scandinava, infatti, non si è presentata alla sfida in seguito ad una disposizione del ministero della salute locale. Tutto comincia il 13 novembre, due giorni prima della partita, quando viene riscontrato un caso di positività nella Norvegia: è Omar Elabdellaoui il giocatore infetto. Alla tv pubblica NRK il ministro della salute norvegese Ben Hoeie aveva minacciato  la federcalcio in caso di partenza. Cosa che legalmente, in assenza di un provvedimento, sarebbe stato possibile come si evince dalle parole di Hoeie.

Se la Federcalcio sceglie di operare in una zona grigia legale, e in particolare di minare uno degli strumenti più importanti a nostra disposizione per far fronte alla pandemia, che è quello della quarantena dopo un contatto con una persona infetta, allora reagirò con forza.

A questa dichiarazione ha fatto seguito un parere della direzione nazionale sanitaria che informava della possibilità che la partenza avrebbe costituito una violazione delle disposizioni in materia di quarantena. La federazione norvegese aveva già capito come sarebbe andata a finire, ma tutti i tentativi fatti si sono rivelati vani. Innanzitutto, il presidente federale ha scritto una lettera al ministro della salute, di cui si riportano alcuni passaggi.

La NFF non vuole sfidare i regolamenti per il controllo dell’epidemia. Per questo abbiamo ulteriormente adeguato i nostri piani di viaggio in modo che, a nostro avviso, non rappresentino una violazione delle normative sulla squadra. La NFF vuole ardentemente contribuire a fermare la diffusione del virus: nessuna conseguenza sportiva o finanziaria supera la considerazione della vita e della salute. Per questo garantiamo la partenza nel modo necessario affinché tutto si svolga secondo la legge in proposito. La NFF esprime timore per le conseguenze della mancata partecipazione a queste partite. A nostro avviso, annullare il viaggio è una misura inutile e sproporzionata. Anche considerando il fatto che ogni giocatore potrà poi viaggiare per tornare ai rispettivi paesi di residenza. Tuttavia, è fondamentale che la partenza avvenga in accordo con le autorità sanitarie, per questo chiediamo chiarimenti in merito a questa valutazione oggi stesso, visto che la partita è in programma domani, sperando in una risposta positiva.

La NFF ha contattato, come da regolamento, il responsabile del controllo delle infezioni di Oslo e ha ricevuto l’ok a partire. Risposta opposta è arrivata dal ministero della salute, che invece imponeva alla nazionale di non muoversi. Quindi la federazione ha emesso due comunicati. Il primo ricostruiva lo scambio con le autorità.

Riteniamo di poter viaggiare, mentre il governo no. Non siamo d’accordo, ma non possiamo sfidare il governo. Siamo molto delusi dal fatto che le autorità ci costringano a restare a casa. Altre 54 nazioni scenderanno in campo in questa settimana, ma non la Norvegia, e questo è dannoso per le ambizioni della nazionale.

Il secondo è una dichiarazione dell’intera squadra, firmata da Johansen, Odegaard e il capitano King.

Abbiamo rispettato tutte le regole, siamo risultati tutti negativi due volte. Viviamo in quarantena, indossiamo mascherine, ci misuriamo la temperatura e siamo sempre a distanza. Abbiamo un medico specializzato a disposizione della rosa. Le autorità ci permettono di imbarcarci su un volo di linea e tornare a casa, ma non ci viene permesso di viaggiare col nostro charter dove più facilmente possiamo rispettare le misure di sicurezza. Il protocollo Uefa rende sicuro lo svolgimento delle partite. Potremmo passare alla gruppo A della Nations League, potremmo essere tra le migliori 20 nazionali d’Europa che sarebbe fondamentale per le teste di serie alle qualificazioni mondiali. Non giocare queste partite potrebbe annientare rapidamente le nostre ambizioni sportive a breve e lungo termine.

Niente di tutto questo è bastato. La scure dell’Uefa si è abbattuta come aveva previsto la NFF, con il presidente dell’Organo d’Appello di Controllo Etico e Disciplinare (quindi non quello “normale” per intenderci) che si è espresso direttamente sulla vicenda.

Si dichiara come disatteso l’impegno di Nations League da parte della federazione norvegese, che per questo è sanzionata con la sconfitta per 3-0 in quanto responsabile della mancata disputa della partita (come previsto dalla Circolare 66/2000 che stabilisce le regole speciali applicabili a questa fase della Nations League).

Una decisione che giuridicamente viaggia sugli stessi binari del caso Juve-Napoli, ma ne rende ancora più inquietanti le conseguenze, per due motivi. Il primo è la totale assenza di considerazione degli organi statali da parte dell’Uefa, il secondo è che la difesa di questa posizione è demandata alla parte lesa, quella che subisce danno e beffa. E le prospettive di uno scontro istituzionale, in questo senso, sono tutt’altro che incoraggianti.

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