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«Io, cavia per il vaccino, perché sono giovane e mi sento meglio se faccio la mia parte»

Repubblica intervista il volontario Chris Holdsworth: «Voglio dare il mio contributo per sconfiggere la pandemia. Pagano in tutto quattromila euro. Non lo facciamo per soldi».

«Io, cavia per il vaccino, perché sono giovane e mi sento meglio se faccio la mia parte»

Su Repubblica un’intervista a Chris Holdsworth, ricercatore 25enne dell’Universitò di Edimburgo che si è offerto volontario per testare uno dei vaccini anti Covid allo studio.

L’esperienza di Holdsworth e degli altri volontari diventerà un documentario, grazie alla tv americana Hbo.

Sono 2mila i volontari che si sono presentati nel Regno Unito. Da gennaio si inizierà a testare il vaccino con i primi 100.

«Prenderanno prima quelli da 18 a 30 anni e con nessuna patologia, come me, poi il resto».

Chris racconta perché ha scelto di offrirsi.

«Perché sono giovane, non ho mai avuto problemi di salute e le Human Challenge possono essere decisive nella lotta al Covid, per tornare a un mondo migliore. Mi sento meglio se faccio la mia parte».

E’ vero, riconosce, che del virus sappiamo poco e che può essere letale,

«ma per i più giovani lo è di meno, statisticamente. Per questo ho deciso di farlo. Non per spavalderia, né per soldi, ma perché voglio dare il mio contributo per sconfiggere questa pandemia che ha generato enormi problemi a tutto il mondo, anche dal punto di vista mentale. Senza un vaccino non torneremo mai alla normalità: la Human Challenge può invece accelerare la ricerca».

Non nasconde di avere paura.

«Certo che ho paura. Chi lo nega è un incosciente. Però allo stesso tempo bisogna contestualizzare il rischio, e alla mia età di Covid ne muore uno su diverse migliaia. Certo, è molto pericoloso, e sarei un bugiardo se dicessi di non avere paura. Ma allo stesso tempo credo che il rischio valga assolutamente la pena: noi giovani possiamo dare un aiuto decisivo alla ricerca».

La cosa che forse lo spaventa di più, dice, sono le conseguenze che può avere il Covid a lungo termine, ma anche in quel caso, se pure ne subisse,

«per me ne varrebbe ancora la pena, se il mio sacrificio è stato utile alla ricerca».

Chris racconta anche l’aspetto economico:

«Ti pagano gli spostamenti e le settimane di tempo perso in isolamento. Ma saranno massimo quattromila euro. Non lo facciamo certo per soldi».

 

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