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Crisanti: «In piazza a Napoli anche chi con vacanze e discoteca ha riattivato il virus»

Al Cormezz: «Per fermare l’epidemia, ormai, non resta che chiuderci in casa. Finora non è stato fatto niente. L’unica cosa che è stata fatta è di sperare che fosse finita»

Crisanti: «In piazza a Napoli anche chi con vacanze e discoteca ha riattivato il virus»

«Al punto in cui siamo giunti, e dopo aver sprecato tutto ciò che con grande sacrificio è stato fatto nei mesi scorsi, non resta che la chiusura delle attività. Ormai, solo chiudendo tutto si può fermare l’epidemia».

Sono le parole con cui Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, ex consigliere del governatore del Veneto Luca Zaia, commenta, al Corriere del Mezzogiorno, l’annuncio di lockdown di De Luca.

Si è perso troppo tempo, dice.

«Non abbiamo utilizzato questi mesi per creare un sistema di sorveglianza attiva, incrementando la capacità di fare tamponi e potenziando l’impegno dove serviva, per poi collegare tutto all’app Immuni. Fondamentalmente non è stato fatto nulla. L’unica cosa che è stata fatta è di sperare che fosse finita».

Ormai il tracciamento diventa impossibile. L’unica cosa che resta da fare, spiega, è

«mettere in campo misure restrittive, aspettare che i contagi diminuiscano e nello stesso tempo promuovere un investimento serio sulle misure di sorveglianza attiva per il futuro».

L’unica soluzione è chiuderci in casa.

«Purtroppo non ci sono altre soluzioni. Non si possono porre rimedi, in soli dieci giorni, agli errori commessi. Ci dovevamo pensare nei mesi scorsi».

Soprattutto, dice, sarebbe stato un segno di maturità non andare in vacanza in estate.

«Sarebbe stato un segno di maturità civile dopo trentamila decessi e il danno economico provocato dal lockdown di primavera. Insomma, non mi pare che andare in vacanza sia stata la cosa più indispensabile di questi tempi».

Sulle proteste di stanotte in città:

«Non biasimo le persone che protestano, ma sbagliano il bersaglio: perché non dovrebbero protestare contro De Luca, ma perché in questi ultimi quattro mesi non è stato fatto nulla di ciò che andava realizzato per evitare la nuova ondata. Probabilmente, tra quelli che protestano vi saranno anche coloro che sono andati in discoteca ed in vacanza e al loro ritorno hanno contribuito a provocare la nuova espansione dell’epidemia. Il problema, tra l’altro, non si chiude qui: non possiamo più consentirci di andare avanti tra alti e bassi. Bensì, occorrerà consolidare i risultati dopo le chiusure ed evitare altri errori per il futuro».

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