E’ quanto emerge dai verbali del Cts resi pubblici. Prevedeva anche il numero di posti in terapia intensiva. Il Cts raccomandò di non diffonderlo «per evitare che i numeri arrivino alla stampa».
Il piano pandemico per arginare il Covid-19 esisteva, nato a marzo, nella prima fase dell’emergenza sanitaria, ma il governo decise di tenerlo nascosto per non scatenare il panico nella popolazione. Dunque fu secretato. E’ quanto emerge dalla ricostruzione dei verbali del Comitato tecnico scientifico resi pubblici nelle scorse settimane.
Il piano conteneva una previsione sui posti di terapia intensiva che sarebbero serviti per far fronte all’emergenza. Fu stilato in tre settimane, da un gruppo di lavoro ristretto, costituitosi il 12 febbraio. Il Messaggero ne indica la composizione:
“Coordinato dal dottor Agostino Miozzo, della Protezione civile, riunisce una ventina di scienziati di livello internazionale come il professor Franco Locatelli del Bambino Gesù e il direttore scientifico dello Spallanzani, il professor Giuseppe Ippolito, il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, solo per citarne alcuni”.
Quel giorno, scrive Repubblica, il Comitato tecnico scientifico si trovò di fronte la relazione di Stefano Merler, ricercatore della fondazione Kessler. Uno studio che mostrava scenari apocalittici rispetto a quanto veniva affermato in quei giorni: un milione di contagi e 35 mila morti.
Il 20 febbraio arrivò la prima bozza del piano. Nel verbale del Cts di quattro giorni dopo, si legge che il documento deve essere ancora completato con alcuni dati. Ma c’è una raccomandazione ben precisa, da parte degli esperti, continua Repubblica:
«La massima cautela nella diffusione del documento onde evitare che i numeri arrivino alla stampa».
Si va avanti così, tra le riunioni, fino al 4 marzo.
“Il Cts affronta «in apertura» la questione del Piano: le cose vanno molto peggio del previsto e viene chiesto all’Istituto superiore di sanità di aggiornare le stime. Di nuovo: «Resta inteso che il documento dovrà essere considerato secretato»”.
Il piano viene approvato il 9 marzo. E’ già lockdown.
Il Cts ha sempre negato l’esistenza di un piano per gestire la pandemia. Ha sempre parlato solo di
«uno studio che ipotizza possibili differenti scenari».
Repubblica conclude:
“Magari lo pubblicano allora. Chissà perché ne hanno negato l’esistenza”.