Al Mattino. «Presentano forme leggermente sintomatiche con febbricola, astenia, tosse, perdita di gusto e olfatto. Sono cittadini tra i 40 e i 50 anni che non hanno viaggiato e hanno contratto la malattia in occasioni ordinarie».
Il Mattino intervista Giuseppe Fiorentino, primario dell’unità operativa di Pneumologia del Cotugno. Fa il punto sul numero di malati presenti al momento nel suo ospedale.
«Abbiamo le 16 unità di degenza ordinaria piene e in terapia sub intensiva 11 pazienti a fronte di 8 posti che ora sono raddoppiati. La direzione generale ha deciso di aumentare l’offerta di questo reparto anziché quello ordinario per fronteggiare anche casi più complessi».
I nuovi malati sono soprattutto giovani,
«L’età media si è abbassata di almeno venti anni rispetto al periodo del lockdown. Ospitiamo ricoverati soprattutto nella fascia di popolazione dei 40enni e 50enni che godono di condizioni di salute di base molto migliori di 70 e 80enni che si ammalavano all’inizio».
Fiorentino continua:
«Nei contagiati osserviamo soprattutto forme leggermente sintomatiche con febbricola, astenia, tosse, perdita di gusto e olfatto. Questi pazienti che curiamo in unità di degenza ordinaria di malattie infettive sono cittadini italiani che non hanno viaggiato e che hanno contratto la malattia in occasioni ordinarie. Il virus importato dall’estero invece, in particolare il ceppo croato, assume connotati di malattia più aggressivi, molto simili a quelli che osservavamo a marzo e aprile».
Il primario spiega come è cambiato il quadro clinico dei pazienti.
«Nelle forme importate più aggressive ha sempre lo stesso decorso, ma ripeto lo curiamo meglio e le persone colpite sono sane e più forti. Col lockdown godiamo di un certo vantaggio di cui possiamo ancora fruire. Nessuno sa se la situazione, col progredire dei contagi, possa tornare a quella di esordio. Per questo abbiamo il dovere di essere attenti e di difendere le parti più fragili e anziane della popolazione».
E sull’immunità:
«I pazienti ammalatisi a marzo hanno ancora gli anticorpi. Sono calati ma ancora presenti in maniera significativa. Chi ha ricadute ha sempre una deficienza immunitaria di base».