Intanto in Catalogna se ne fregano delle restrizioni e la movida si sposta per strada
L'allarme su La Vanguardia. Il contesto nel quale si discute sull'opportunità di far disputare Barcellona-Napoli al Camp Nou si fa sempre più complicato. I contagi non diminuiscono

Le spiagge, le piazze e i parchi sono diventati l’alternativa estiva alla chiusura di discoteche locali notturni in tutta la Catalogna. Mentre le autorità di Barcellona e dintorni, dove l’8 agosto dovrebbe giocarsi il ritorno degli ottavi di Champions contro il Napoli, cercano di fermare la nuova impennata di contagi nella regione, la gente se ne frega: è estate, fa caldo, la tentazione della movida è troppo forte.
Secondo La Vanguardia i dintorni dei locali chiusi anche situati in remote tenute industriali ieri hanno registrato un’attività che, senza essere l’equivalente di un sabato sera, fa scattare un certo allarmismo. Se la misura adottata dalla Generalitat intendeva porre fine alla “fiesta” notturna in Catalogna lo scorso fine settimana, il risultato è stato un fallimento, scrive il quotidiano catalano.
A Barcellona bar e ristoranti hanno chiuso a mezzanotte, così come in una dozzina di altri comuni nella prima cintura metropolitana senza spiaggia, come Figueres e le città di Lleida nelle regioni di Noguera e Segrià. L’ordine di chiusura è stato ampiamente rispettato dalla gente del posto, secondo il Consiglio comunale di Barcellona. Ma gli assembramenti sono semplicemente spostati in strada e sulle spiagge. Anche in assenza di bar una lunga striscia di festa organizzate in solitaria, impassibili della presenza sul lungomare degli agenti della Guardia Urbana. Sulla spiaggia della Barceloneta, nel parco Tres Xemeneies, a Poble Sec, nelle piazze di Gràcia.
E così anche fuori Barcellona. A Castelldefels, i music bar di Avenida de los Banys hanno lavorato normalmente. E così a Badalona.
Insomma il contesto nel quale resta in ballo la discussione sull’opportunità o meno di far disputare la partita a Barcellona, si fa sempre più complicato.