Lo ha spiegato alla Verità il presidente Blangiardo: «In alcune realtà c’è stato un aumento importante. In altre – penso a Palermo, Agrigento, Roma – addirittura in diminuzione»
La Verità ha intervistato oggi il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo che spiega che non bastano i dati statistici per stabilire il numero reale delle vittime di Covid
«Solo studi medici e epidemiologici più accurati potranno dire quanti dei morti che risultano a noi sono addebitabili al Covid».
Sulla mortalità
«Procediamo per ordine. Sulla mortalità le evidenze sono di due tipi. La prima sono i casi che vengono presentati come decessi per Covid. La seconda i numeri assoluti su tutti i decessi».
Lei sta dicendo: non tutti i morti in più di quest’anno sono morti per Covid.
«Ovviamente: alcuni sono legati indirettamente all’epidemia. Ad esempio un infarto non curato, nel pieno della crisi ospedaliera. Tuttavia sui numeri assoluti non c’è da discutere » .
A livello Paese ci sono stati circa 40 .000 decessi in più: come li interpreta?
«In modo articolato: in alcune realtà c’è stato un aumento importante. In altre – penso a Palermo, Agrigento, Roma – addirittura in diminuzione» .
Ma i conti non si possono fare a livello Nazionale
«Infatti, il bilancio complessivo dal 1° gennaio al 15 maggio 2020 è diventato di circa 40.000 morti in più. Per essere precisi: considerando un insieme di 7.300 comuni – che coprono la quasi totalità del territorio nazionale – si contano 38.000 decessi in più al Nord, 200 in meno al centro e 1.000 in meno nel mezzogiorno» .
Parliamo dei dati peggiori.
«La presenza di un eccesso di mortalità è localizzata soprattutto in un ristretto gruppo di province: Cremona, Bergamo, Piacenza, Lodi, Brescia, Parma, Pavia, Lecco, Biella e Alessandra sono le dieci che si distinguono in tal senso»