ilNapolista

La Lega: «Gori lanciò “#Bergamo non si ferma”, molti industriali finanziarono le sue elezioni»

Sul Giornale: «Perché la Procura non sente il sindaco di Bergamo? Ha avuto finanziamenti da molte industrie locali e aderì alla loro campagna di minimizzazione»

La Lega: «Gori lanciò “#Bergamo non si ferma”, molti industriali finanziarono le sue elezioni»

Non c’erano solo gli industriali ad essere contrari alle zone rosse nella bergamasca ma anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Che ha diversi sponsor elettorali proprio tra gli industriali. Il Giornale dedica un’ampia pagina alla questione.

Alla fine dello scorso febbraio il sindaco aderì alla campagna #Bergamononsiferma, sostenendo industriali locali e commercianti, tutti contrari alle zone rosse.

Il 5 marzo, quando si stava per decretare la zona rossa ad Alzano e Nembro (poi naufragata), il sindaco si schierava apertamente contro la decisione su Facebook:

«Il paradosso è che la città rischia di pagare un prezzo molto più elevato del reale (…) questa situazione ci sta danneggiando più del necessario».

Cambiò idea l’8 marzo, ma ormai era troppo tardi.

Sulla posizione del sindaco e su eventuali pressioni ricevute dagli industriali vuole vederci meglio la Lega che ha presentato un’interrogazione in Consiglio comunale chiedendo

«se a inizio del mese di marzo 2020, il sindaco ha ricevuto richieste da singoli imprenditori e/o associazioni di categoria perché intercedesse presso il governo nazionale o i parlamentari del suo schieramento politico al fine di dissuadere l’istituzione della zona rossa di Alzano e Nembro».

Il deputato leghista, Daniele Belotti, bergamasco, si chiede come mai la Procura di Bergamo non abbia convocato anche il sindaco. E al Giornale conferma:

«che gli imprenditori chiamavano tutti per evitare le chiusure. Il primo cittadino, che gode di una rilevanza nazionale, ben più di certi parlamentari, aveva il peso politico per intervenire sul Pd e sul governo».

Il Giornale scrive che tra i sostenitori di Gori nella campagna elettorale per diventare sindaco c’erano molti imprenditori.

“Non pochi gli imprenditori o persone vicine come Grazia Flaviani, moglie del patron della Brembo, Alberto Bombassei, che dona 50mila euro. Tagli di 10mila euro per la Persico, proprio di Nembro, la Azotal di Bergamo e altre società. In tutto si arriva ad un ragguardevole finanziamento di 250mila euro. Non è un caso che il sindaco, dopo i primi provvedimenti della regione Lombardia, sposi la linea della sottovalutazione postando su Facebook l’uscita a cena con la moglie Cristina Parodi. E soprattutto aderendo alle campagne della Confindustria locale e della Confcommercio che sottovalutano il virus. Lo slogan adottato dal sindaco, con tanto di video rassicurante e colonna sonora dei Pinguini Tattici nucleari, è «Bergamo non si ferma»”.

La tesi della Lega nella sua interrogazione è proprio questa. Gori bocciò pubblicamente la zona rossa e appoggiò la campagna di Confindustria “Bergamo non si ferma”. Nell’interrogazione è scritto:

«da più parti si fanno ipotesi su possibili interventi che il mondo imprenditoriale orobico (…) avrebbe esercitato ad inizio marzo sugli organi politici per evitare l’istituzione della zona rossa».

 

ilnapolista © riproduzione riservata