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«È cambiata la narrazione, non il virus. L’Italia sta vivendo un’estate da cicala»

Su Repubblica i virologi De Maria e Bucci: «C’è un clima da liberi tutti, non solo a Napoli per la Coppa Italia. Stiamo creando le condizioni per la seconda ondata»

«È cambiata la narrazione, non il virus. L’Italia sta vivendo un’estate da cicala»

«Non è un allarme, ma chiediamo che venga innalzato il livello di attenzione: il virus circola ancora».

Parole di Andrea De Maria, professore associato di Malattie infettive all’Università di Genova, che a Repubblica commenta così i dati che emergono dal modello matematico elaborato insieme a Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sistemi complessi nello stesso ateneo, e all’esperto di sviluppo di modelli software Agostino Banchi.

Cui si aggiunge Enrico Bucci, professore di Biologia alla Temple University di Philadelphia.

«È in corso un cambio di narrazione, secondo cui tutti i numeri sono ormai in calo. Questo porta le persone a pensare che tale tendenza continuerà all’infinito. Invece il virus circola ancora, pur con grandi differenze tra le regioni: in Lombardia per esempio non va giù in modo continuo. Il risultato», conclude Bucci, «è che ci sono le condizioni per l’innesco di una seconda ondata in autunno».

«Se ci si concentra sulla Lombardia e al Nordovest, si vede che rispetto alla discesa prevista dal nostro modello si assiste a un tendenziale aumento dei casi». De Maria, tra le altre cose, tra il 1989 e il 1991 ha lavorato nel laboratorio di Antony Fauci:

«Se i casi sono così tanti ora che le temperature sono alte, cosa succederà in autunno quando il termometro scenderà sotto i 14 gradi?».

«Insieme però al distanziamento sociale e al nuovo modo di trattare la malattia con antinfiammatori a domicilio sin dai primi sintomi. Tuttavia rischiamo di pagare il clima da ‘liberi tutti’ di questi giorni. Dovremmo mantenere il distanziamento: non ci sono solo i festeggiamenti di Napoli per la Coppa Italia, anche sotto casa mia vedo la sera gruppi di ragazzi con la mascherina abbassata. Stiamo vivendo un’estate da cicala: fossimo formiche isoleremmo i nuovi casi e li seguiremmo con attenzione maggiore».

 

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