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Per l’Inps al conto dei morti di Covid-19 in Italia mancano 19mila vittime

Sul Fatto Quotidiano. Si tratta di persone decedute soprattutto al Nord nel pieno dell’epidemia, non registrate tra i morti, perché il loro decesso non è ufficialmente attribuito al virus

Per l’Inps al conto dei morti di Covid-19 in Italia mancano 19mila vittime

Secondo l’Inps, all’appello dei morti in Italia per Covid-19 mancano 19mila vittime. Si tratta di persone decedute soprattutto al Nord nel pieno dell’epidemia, non registrate tra i morti, perché il loro decesso non è ufficialmente attribuito al virus. Ne scrive Il Fatto Quotidiano.

Lo studio dell’Inps, dal titolo “Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19”, parla, per la precisione, di 18.971 morti sfuggiti al bollettino della Protezione Civile. Una mancanza dovuta al fatto che nel conto di Borrelli e company rientrano solo le morti certificate da tampone. Mancano tutti gli asintomatici che sono morti senza essere stati sottoposti a test e senza una diagnosi di Covid-19.

l’Inps ha confrontato il numero di morti registrato ogni giorno dal 1° gennaio al 30 aprile 2020 con la media registrata tra il 2015 e il 2019.

Ne è emerso che dal 1° gennaio al 28 febbraio si è registrato

“un numero di decessi inferiore di 10.148 rispetto ai 124.662 attesi”.

Il 20 febbraio c’è il primo caso di Codogno. E da quel momento la curva della mortalità cresce fino a raggiungere il picco il 28 marzo.

È in questo lasso di tempo che si consuma la tragedia del Settentrione. Se al 30 aprile i decessi giornalieri attesi in Italia erano 1.795 quelli verificatisi erano stati 2.564, cioè 769 in più. Di questi, 697 al Nord. In questo quadro “le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza presentano tutte una percentuale di decessi superiori al 200%”,si legge. E “qua – si tutto il nord-ovest risulta interessato da un incremento superiore al 50%”. Già a fine marzo, poi, in molti dei comuni lombardi l’aumento è stato “nettamente superiore al 100%”, scrivono i ricercatori”.

I ricercatori definiscono invece “interessante” il caso del Veneto, che

“ha saputo contenere la propagazione grazie a un approccio sanitario diverso da quello lombardo”.

Nel complesso, dal 1° marzo al 30 aprile, scrive l’Inps, si

“registra un aumento di 46.909 decessi rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di morti dichiarate come Covid-19 nello stesso periodo sono state di 27.938”.

Le 18.971 morti in più, secondo i ricercatori, dipendono “con le dovute cautele” dall’epidemia in atto.

 

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