La discussione di un elaborato di fronte al consiglio di classe non è equiparabile ad un esame vero e proprio. Resta, poi, il nodo dei tempi, legato alla necessità che il dirigente presieda tutti i colloqui
L’esame di terza media rischia la bocciatura, perché incostituzionale. Lo scrive il Messaggero. I presidi lanciano l’allarme.
L’esame, secondo quando dichiarato dal ministro all’Istruzione Azzolina, dovrebbe svolgersi in modalità telematica con la discussione di un elaborato da concordare con i docenti, prima della fine della scuola. Per i presidi, tuttavia, questa modalità sarebbe incostituzionale.
“Il motivo? La mancanza di un vero e proprio esame, visto che tutto andrebbe concluso entro la fine delle lezioni: ogni Regione e ogni singola scuola hanno fissato l’ultimo giorno di scuola ma, orientativamente, nella maggior parte dei casi si tratta dell’8 giugno”.
La discussione dell’elaborato non può essere assimilata ad un vero e proprio esame, sostengono presidi. Verrebbe collocata nell’ambito della normale attività didattica.
«Il diploma costituisce pur sempre un titolo di studio avente valore legale ed appare difficile rintracciare nell’ordinanza del ministero dell’Istruzione i tratti che potrebbero ricondurre la procedura prevista ad un esame, sia pure fortemente semplificato».
Restano poi i problemi legati ai tempi.
«I problemi che ne derivano sono molteplici sia rispetto alla possibilità di organizzare in tempi tanto brevi tutti gli adempimenti, sia rispetto al fatto che non è chiaro se possa o debba essere presente il dirigente scolastico e come nel frattempo possa essere mantenuta l’attività didattica sincrona con tutti gli altri allievi».
Il presidente dell’associazione presidi, Antonello Giannelli, lo spiega bene.
«Tutti i presidi dovrebbero presiedere alla presentazione degli elaborati. Per sei classi terze di circa 25 alunni, ad esempio, saranno quindi necessari almeno 13 giorni, sabati compresi. Chiediamo quindi di avere tempo fino al 30 giugno».