La situazione in Inghilterra è tutt’altro che fluida: i giornali titolano da giorni sulle misure di allentamento e il governo si sente alle strette. E anche la polizia va contro… la polizia
La Premier League ha siglato un accordo da 4 milioni di sterline con la società di biotecnologie Prenetics per mettersi in proprio sui tamponi, e non toglierli al Sistema Sanitario Nazionale. Il calcio inglese investe per farsi trovare pronto, qualora il governo dia il via libera e le spaccature intestino dovessero risanarsi in tempo.
L’acquisto dei test dalla società di Hong Kong fa parte dei protocolli sanitari ad ampio raggio che sono stati elaborati e discussi tra la lega e gli staff medici dei 20 club. Tutti i giocatori e gli staff verranno testati per il coronavirus due volte a settimana, e se dovessero risultare dei positivi saranno messi quarantena. Non un ‘evenienza rara, visto ciò che sta accadendo in queste ore con i test della Serie A.
I club hanno capito che è necessario un serio investimento nei test e nei dispositivi di protezione individuale per avere qualche possibilità di riavviare il campionato.
Ma la situazione in Inghilterra è tutt’altro che fluida. I dati dei contagi e dei decessi non sono incoraggianti, e il governo si sente messo alle strette dall’opinione pubblica: i giornali titolano da giorni sulle misure di allentamento del lockdown, fomentando la popolazione. E sul calcio il dibattito è drammatico: i club sono spaccati sul progetto di ripartire giocando solo in stadi neutri. E persino la polizia ha pareri contrastanti.
Oggi il Guardian pubblica l’intervista a Owen West, un ex sovrintendente capo della West Yorkshire Police che critica l’atteggiamento dei suoi colleghi, colpevoli a suo dire di demonizzare i tifosi: “Giocare in campo neutro è una scelta irrazionale”. Peccato che proprio la polizia inglese sia la principale ispiratrice della misura, preoccupata dai possibili assembramenti fuori agli stadi.