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La figlia di Camus: «i virologi sono peggio del virus»

Al Secolo XIX: «Non è Macron ad aver distrutto la sanità francese. Papà mi ha trasmesso l’amore per il calcio. Detesto il Psg, la Juve è simpatica»

La figlia di Camus: «i virologi sono peggio del virus»

Il Secolo XIX intervista Catherine Camus, figlia di Albert indimenticato autore de “La peste” libro quanto mai attuale in tempo di epidemia. Commenta il particolare momento che stiamo vivendo, che costringe a ripensare alcune cose della nostra quotidianità e della nostra vita ma anche l’operato di Macron.

«E’ pragmatico, l’ideologia ci ha portato al disastro. Lo criticano, però non è Macron che ha fottuto gli ospedali. È da quarant’anni che la Francia si impegna a farlo».

Macron ha fatto il meglio che poteva.

«Ha fatto il meglio possibile, nessuno sa nulla di questo virus e gli specialisti sono terribili, mortali. Ognuno è chiuso nel proprio settore. La verità è che non abbiamo idea del mondo in cui saremo tra tre mesi e detesto il modo in cui radio e tv cercano di terrorizzarci per tenerci chiusi in casa».

Catherine Camus racconta di aver ereditato dal padre la passione calcistica.

«Giocavamo quando ero piccola. Era stato portiere ma dopo la tubercolosi aveva smesso. Ci ha trasmesso l’amore per il pallone. Quando l’Italia ha battuto la Germania ai Mondiali del 1982 telefonavo agli amici per dire ‘Grazie, ci avete vendicato’. I tedeschi avevano appena abbattuto Battiston».

E parla anche delle sue preferenze in termini di club.

«Papà si era scelto il Racing Paris per i colori, gli stessi dell’Algeria. A me piace il Nantes, non mi piace il Marsiglia e detesto il Paris Saint Germain: sono ignobili. La Juve mi fa simpatia. Sono eleganti, stavano per vincere in Italia. So che la Lazio andava bene, poi tutto si è fermato e in Francia non ricominceranno, ma il calcio in Italia è… diverso».

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