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Il preparatore: «Rischio infortuni? Si può prevenire con buonsenso»

Il CorSport intervista Eugenio Albarella: «Ricordate la Danimarca all’Europeo del 1992? Nell’allenamento è importante fare solo lo stretto necessario in funzione ella disponibilità dell’atleta. Il caldo non sarà un problema».

Il preparatore: «Rischio infortuni? Si può prevenire con buonsenso»
(foto Hermann)

Il Corriere dello Sport intervista Eugenio Albarella, preparatore atletico e collaboratore di Alberto Zaccheroni. Parla del rischio infortuni esistente con la ripresa della Serie A. Il rischio si può prevenire, dice, «con il buonsenso, in scienza e coscienza».

«Dobbiamo capire che ci troviamo di fronte a uomini che vengono da un periodo di stress assoluto, il che incide a livello ormonale e mentale. Come noi stiamo vivendo questo malessere e siamo diversi da due mesi a questa parte, anche i calciatori vivono in questa insicurezza totale. Il cortisolo è alto, si abbassano i sistemi immunitari e aumenta il rischio infortuni. Questo è il quadro generale. Ma non dobbiamo arrenderci, tutt’altro».

Albarella spiega come occorre preparare i calciatori.

«Non ci si deve perdere con la volontà di aumentare i cavalli del motore. Avendo poco tempo a disposizione, devi migliorare il rendimento del costo energetico specifico. Insomma, non devi non aumentare la potenza del motore, ma migliorare il rendimento ibrido».

Il precedente da prendere a modello è quello della Danimarca all’Europeo del 1992. All’epoca la Danimarca fu ripescata al posto della Jugoslavia. I calciatori, in vacanza, vennero richiamati in fretta e riuscirno a sorpresa a vincere l’Europeo.

«In poco tempo i danesi prepararono e vinsero un Europeo, questo ci deve far riflettere. Nell’allenamento quotidiano diventa quindi importante non fare di più, ma solo lo stretto necessario in funzione ella disponibilità dell’atleta, sapendo anche che la condizione verrà acquisita mano a mano che si gioca».

Un aiuto sarà rappresentato dalle cinque sostituzioni. Per Albarella neanche giocare ogni tre giorni sarà un problema.

«Bé, non mi sembra una grande novità: i grandi club lo fanno da tempo, 20 anni fa ogni 5 allenamenti si faceva una competizione, oggi ogni 3 e mezzo. Sarà fondamentale programmare bene i recuperi ».

E le temperature alte? Nemmeno quelle saranno un problema insormontabile.

«Europei e Mondiali si giocano già in queste condizioni. Ripeto: con buonsenso, in scienza e coscienza si possono prevenire gli infortuni e gestire questa ripresa del campionato».

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