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Il New York Times: i tifosi si sentono usati, non è vero che lo sport guarisce un Paese

“Quale altra industria del tempo libero viene venduta come guaritrice? I sondaggi dicono che la gente non vuole essere distratta, vuole salvarsi”

Il New York Times: i tifosi si sentono usati, non è vero che lo sport guarisce un Paese

Quando Donal Trump ha sbottato (“basta repliche in tv, il baseball deve riaprire”) ha segnato un’altra piccola crepa tra la visione industriale dello sport e quella popolare. I tifosi sono diventati uno stratagemma: lo sport deve tornare per loro, la gente ha bisogno di distrarsi, di sentirsi trascinata da qualcosa di positivo. Ma la “gente” non vuole essere distratta, vuole che la pandemia passi senza morti evitabili. In Europa i tifosi si sono riuniti in un cartello ultras, che ha manifestato il “no” alla ripresa del calcio. E’ una questione di soldi, tutto qua. E così negli Stati Uniti il “popolo” non soffre d’astinenza, scrive il New York Times. Lo sport per la gran parte dei “tifosi” non può “guarire” un Paese.

Un sondaggio dell’ESPN tra gli appasionati di sport dice che appena la metà ammette che la visione delle partite – che sia in tv o dal vivo  – gli manca davvero. E un sondaggio di Seton Hall condotto il mese scorso evidenzia che il 70 percento degli intervistati affermato che se il distanziamento sociale continuasse in autunno, la NFL dovrebbe proteggere la salute dei suoi giocatori non cominciando la stagione.

“Non credo che ora sia il momento”, dice un supertifoso del baseball al New York Times. “Abbiamo bisogno di altre cose per guarire, prima di arrivare al baseball. Dobbiamo essere in grado di ridurre il numero di persone negli ospedali e negli obitori. Come riportiamo le persone al lavoro? Non posso guarire se sono preoccupato di come mangiare. Non posso guarire se sono preoccupato di non avere un lavoro o se qualcuno è malato”.

Sebbene il numero di decessi sia diminuito in alcuni Stati, tra cui New York, gli Stati Uniti restano sotto scacco del virus. Più di 36 milioni di americani hanno fatto domanda per l’indennità di disoccupazione e molte aziende sono a rischio. Ma i leader politici insistono, continuano a usare la retorica della nostalgia per riportare lo sport in gioco.

Secondo il New York Times lo sport potrebbe davvero servire da spunto: allo stesso modo in cui la decisione dell’NBA dell’11 marzo di chiudere per prima tra la grandi leghe americane ha contribuito a svegliare il pubblico sulla gravità del coronavirus, la ripresa dei giochi potrebbe essere letta come un segno cruciale di recupero.

“Ma quale altra industria del tempo libero viene venduta come guaritrice? Quando il sindaco di Las Vegas ha sostenuto la riapertura dei casinò, non ha detto che avrebbe aiutato il pubblico a guarire. Voleva riavviare il motore economico e turistico della città. Altre industrie dell’intrattenimento, come il cinema e la televisione, potrebbero usare argomentazioni simili?”

“Dobbiamo fare un lavoro migliore nel distinguere l’ovvio dall’importante”, dice un altro tifoso. “L’ovvio è che siamo annoiati e vorremmo guardare lo sport. Ma questo non è importante. L’importante è assicurarsi che tutti siano al sicuro. Non credo all’idea che lo sport sia una distrazione, non ci credo davvero. Se guardo la partita con qualcuno e indosso una maschera, non mi distraggo”.

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