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«I medici devono obbedire». E in Figc va in scena un duro scontro

Il Corsport. La frase di Zeppilli (Federcalcio). Altro che accordo. I medici chiedono un protocollo chiaro, vogliono sapere come vengono reperiti i tamponi

«I medici devono obbedire». E in Figc va in scena un duro scontro

Il Corriere dello Sport scrive che giovedì pomeriggio, durante la riunione tra Comitato tecnico scientifico del Governo e la Figc si è evitato per un pelo un nuovo scontro tra medici sportivi e istituzioni del calcio.

La scintilla è scoccata da una risposta data dal responsabile della commissione medica Figc, Paolo Zeppilli.

“L’innesco è stata una risposta che Zeppilli avrebbe fornito a chi chiedeva cosa pensano i medici delle vostre indicazioni. Zeppilli avrebbe detto: «I medici devono obbedire». Ma la posizione dei medici è andata oltre lo sgarbo ed è entrata nel cuore del problema: l’elaborazione del nuovo protocollo”.

Il documento dei medici di serie A non ha trovato unanimità per alcune sfumature, continua il quotidiano sportivo, ma sostanzialmente conteneva due richieste precise e una serie di preoccupazioni. Chiedeva in primo luogo di elaborare un testo univoco e di sciogliere le contraddizioni fra i due testi prodotti.

Il secondo punto riguardava la reperibilità dei tamponi.

“I medici della serie A sono imbarazzati dal fatto che i criteri di distribuzione differiscono da regione a regione e che possono confliggere con la lotta al virus nelle varie aree del paese. E chiedono linearità e trasparenza”.

Il caso Lombardia è un emblema. Nella regione i tamponi vengono forniti solo attraverso le strutture ospedaliere.

“E’ stato il punto di maggior conflitto anche durante la riunione di giovedì, quando un esponente della Figc ha ammesso che le società di calcio lombarde in qualche modo sono venute a capo del problema. E questo “qualche modo” del calcio di arrivare alle soluzioni ha irritato alcuni componenti del comitato scientifico”.

Alla luce anche dei nuovi positivi, i medici chiedono “numeri di tamponi, dispositivi per i follow-up previsti, aggiornamenti (test salivari o sierologici rapidi)”. E sono preoccupati anche delle recidive, come quello della Sampdoria.

C’è poi la questione della rappresentatività.

Dopo il primo protocollo della Figc, il medico rappresentante della Serie A in commissione Figc, Rodolfo Tavana si è dimesso dichiarando fosse una scelta dettata da motivi personali, ma non è stato così.

“Quel testo non era mai stato presentato ai medici e lo stesso Tavana ne aveva appreso i contenuti solo attraverso quattro slides. Come conseguenza ben 17 medici su 20 erano contrari a quel primo protocollo”.

Non solo. Il giorno dopo i medici della Serie A avevano scelto all’unanimità il successore di Tavana nel medico del Bologna, Gianni Nanni, ma la Lega non aveva ratificato la nomina e il presidente della Lazio, Lotito, aveva sostenuto la candidatura del medico della Roma, Andrea Causarano. Due giorni fa, però, lo stesso Causarano, racconta il quotidiano sportivo, ha fatto un passo indietro ribadendo la scelta di Nanni.

È quindi necessario che le istituzioni del calcio, proprio nel momento in cui mettono i medici al centro di ulteriori responsabilità, sia penali che civili con la gestione della prevenzione al Covid, diano garanzie di trasparenza e chiarezza, sostengono i sanitari“.

Per questo motivo, è stata vista con attenzione l’alleanza tra Gravina e il presidente dei medici sportivi Casasco.

 

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