La stella del City: “Abbiamo famiglia, che succede se ci ammaliamo?”. Oggi la riunione cruciale tra i 20 club per discutere di calendario e protocolli nella speranza che il governo dia il via libera
Le segnalazioni anonime si sono sommate in questi giorni fino al raggiungimento della massa critica. Mancava il big, a mettere faccia e nome sulle preoccupazioni dei giocatori della Premier. Sergio Aguero alla fine ha riassunto il concetto per tutti: “I giocatori hanno paura di tornare a giocare”.
L’ha fatto all’alba di un giorno importante per il calcio inglese. La riunione tra i 20 club dovrebbe dettare una linea unica per l’eventuale ritorno in campo: i protocolli medici, i test, il calendario. Non sono previste votazioni, ma l’8 giugno – la data ipotizzata per la ripresa del campionato – si avvicina, e le società vogliono farsi trovare pronte appena il governo dovesse dare il via libera alla fase 2.
“La maggior parte dei calciatori ha paura, hanno figli, hanno una famiglia”, ha detto la stella del Manchester City in un’intervista a El Chiringuito ripresa dalla Bbc. “E se qualcuno si ammalerà che accadrà? Sono chiuso in casa con la mia compagna. Ci sono persone che hanno il coronavirus e non hanno sintomi ma possono trasmetterlo. Io stesso potrei averlo e non lo so nemmeno. Quando si tornerà al lavoro i giocatori saranno nervosi e super attenti”.
E poi ci sono gli infortuni. Si teme che un programma così serrato, con tre settimane di allenamenti e poi partite ogni tre giorni, porterebbe un grave rischio di lesioni ai giocatori. Tanto più che nel protocollo sanitario elaborato dalla federazione, specifica in dettaglio che non sono ammessi massaggi.
La Premier League ha stimato un potenziale deficit di 1,137 miliardi di sterline per le mancate entrate se la stagione non dovesse essere completata. Il calcio spera che giovedì prossimo il governo sciolga le riserve sulla ripresa degli allentamenti. Ma la Premier deve convincere i dirigenti e i presidenti scettici. Vi è infatti una resistenza generale a giocare in campo neutro, per esempio, che è una delle proposte previste nel “Restart Project”.
La Premier League esporrà anche i dettagli di un preventivato weekend di tamponi, il 9-10 maggio, con i giocatori testati prima di tornare ad allenarsi in piccoli gruppi l’11 maggio. Uno dei problemi è che al momento in Europa si naviga a vista: Francia, Olanda e Belgio hanno tutti messo fine alla stagione, il ritorno in campo della Bundesliga il 9 maggio è saltato, e anche la Serie A non si sente troppo bene.