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Non solo il Covid-19, anche il matrimonio si cura col distanziamento sociale

Un quarantenne in quarantena – Per De Luca i bambini non solo non possono possono uscire, ma devono fare lo sviluppo in casa

Non solo il Covid-19, anche il matrimonio si cura col distanziamento sociale

Ogni mattina, a colazione, videochiamo mia madre. Dopo 4 settimane i nostri volti ricordano quei due, mi pare si chiamassero Bellini e Cocciolone, abbattuti in Iraq. Visi stanchi, segnati, abbastanza avviliti.  Ad un certo punto sono stato sul punto di dire: “Mi chiamo Federico, appartengono alla famiglia Guglielmi, matricola n….”

Martedì i giornali hanno iniziato a scrivere “le cose vanno meglio”, “i contagi sono scesi”, “i morti non sono morti, ma solo molto stanchi…”. Risultati? Il carnevale di Rio.

Napoli si è ripopolata all’improvviso, i camion dell’esercito in marcia come il camioncino di officina 99 nelle manifestazioni degli anni 90 e dietro moltissimi dei miei cari concittadini improvvisamente immuni a tutto.

Questo mi ha ricordato la famosa canzone di Sergio Endrigo:

“per fare un De Luca, ci vuole un napoletano, per fare un napoletano ci vuole una regola da violare, per fare una regola da violare ci vuole un de luuuu uuuu ca”.

E quindi basta un attimo, abbassare la guardia e di nuovo tutto come prima.

Delle due l’una: o ci stanno prendendo per il culo (ma io – a parte l’Area 51, l’assassinio di JFK, Ustica, le Torri gemelle abbattute dalla Cia – ai complotti non ci credo) o, ipotesi B, meritiamo di estinguerci.

Dal punto di vista interno, la situazione si fa più complessa, il livello di tensione sale e la ricerca di un angolo dove nascondersi ha sostituito il gioco aperitivo.

Mercoledì, il migliore dei flash mob: il click day, che non è un click day, ma alla fine è un click day. Io per non farmi mancare niente ho tentato la domanda sia all’Inps per mio fratello, sia alla mia cassa. Il sito Inps hackerato da un bambino di 12 anni armato di Commodore 64, e il sito della cassa forense, improbabile e poco funzionale come i tizi che amministrano la cassa stessa.

Fatto sta che alle 14, dopo solo due ore di tentativi sono riuscito ad inviare la mia richiesta di aiuto… Attendo che ora la bottiglia affidata alle acque digitali possa raggiungere i miei soccorritori per essere, con tutta serenità, ignorata.

Nel frattempo mio figlio di 9 anni, fuori al balcone abbigliato come Filini nella scena della caccia, registrava, armato di binocolo ante-guerra i movimenti di due piccioni sul palazzo di fronte. Salvo accorgersi, dopo precisa annotazione su quaderno a quadretti, che trattavasi di lampioni…

I lampioni… I lampioni sono diventati amici, la sera in balcone affido a loro le ultime iastemme della giornata ed al mattino mi sincero che non se la siano presa a male e stiano ancora lì. Credo che il signore che vive acquattato dietro la persiana abbia urlato anche a loro il suo “iatevenn a cas!”.

Ero pronto a convincere i miei figli ad uscire (loro che come me comunque vivrebbero murati in casa per altri 6 mesi) ma Rudolph De Luca 30 secondi e 14 decimi dopo la circolare del Viminale ha chiarito che i bambini non solo non possono possono uscire, ma devono fare lo sviluppo in casa. E quando sarà il tempo dell’accoppiamento, la Regione erogherà permessi speciali.

Ma veniamo ad una novità. Visto il grande successo di questo diario, giunto a circa 7 lettori di media, sono arrivate alcune domande a me indirizzate e ritengo utile riportarle con le risposte che, con umiltà e grande senso di responsabilità, provo ad offrire:

D. “Ciao quarantenne in quarantena, il mio cane ha un forte mal di denti, il veterinario non può venire in casa, posso scendere in strada oltre le 7 uscite abituali per i suoi bisogni e cercare aiuto?”.

R. “no, fallo crepare”

D. “Buongiorno, mia suocera ogni giorno mi manda al supermercato a comprare anche solo 2-3 cose, so che non dovrei farlo, ma come posso sottrarmi a questa incombenza?”.

R. “Manda tua suocera, una volta sola, senza mascherina, sarà la volta buona”

E poi un’ultima domanda, quella che più mi ha colpito.

D. “È domenica, un’altra settimana sta per finire, mia moglie ed io ci sentiamo inutili. Tutti i giorni sono uguali con le stesse dinamiche, gli stessi problemi, le stesse paure, che cosa ci sta succedendo?”

R. “Tranquilli, pure se tossite non è il Covid 19, si chiama “matrimonio”. Anche quello si cura col distanziamento sociale”.

 

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